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Papa Francesco ha accettato sabato la rinuncia di monsignor Edward Janiak, 68 anni, dalla guida della diocesi polacca di Kalisz. La decisione sembra essere collegata alle accuse rivolte al presule di aver coperto in passato alcuni casi di abusi sessuali compiuti su minori da parte un chierico della sua diocesi. Contestualmente l’arcivescovo di Lodz, Grzegorz Rys, che dal 25 giugno era amministratore apostolico “sede plena” della diocesi da ieri è diventato amministratore apostolico “sede vacante” della diocesi.
La vicenda che ha coinvolto monsignor Janiak è esplosa lo scorso maggio quando due registi, i fratelli Marek e Tomasz Sekielski, hanno pubblicato su YouTube il docufilm dal titolo Hide and seek, un’inchiesta sul tentativo di avere giustizia di due persone che accusano il sacerdote Arkadiusz Hajdasz di avere abusato di loro quando erano bambini, e il suo vescovo, monsignor Janiak appunto, di avere insabbiato le accuse. Il film aveva avuto immediatamente un gran numero di visualizzazioni anche fuori della Polonia. Provocando una subitanea reazione dell’arcivescovo Wojciech Polak, arcivescovo di Gniezno e delegato dell’episcopato polacco per la protezione dei bambini. Il presule aveva reagito con una dichiarazione video alla agenzia di stampa cattolica Kai.
«Il film Hide and seek, che ho visto, mostra che gli standard di protezione dei bambini e dei giovani in vigore nella Chiesa non sono stati osservati», aveva dichiarato Polak, preannunciando che avrebbe chiesto attraverso la nunziatura di Varsavia di «avviare un procedimento» secondo quanto stabilito da papa Francesco con le disposizioni contenute nel motu proprio Vos estis lux mundi pubblicato il 9 maggio 2019. Polak nella sua dichiarazione ribadiva che ogni denuncia credibile di abuso sessuale che arriva ad un vescovo «deve essere considerato nella Chiesa come una notifica che obbliga ad avviare un’indagine canonica».