sabato 24 agosto 2024
Venerdì 23 agosto il patriarca di Gerusalemme ha portato la sua testimonianza in Basilicata. L'evento è stato promosso dalla Conferenza episcopale regionale. La gratitudine di Carbonaro e Caiazzo
I due relatori a Matera dell'incontro del 23 agosto il cardinale Pizzaballa e l'arcivescovo Carbonaro

I due relatori a Matera dell'incontro del 23 agosto il cardinale Pizzaballa e l'arcivescovo Carbonaro - Arcidiocesi di Matera-Irsina

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«Le infrastrutture non esistono più. Non c'è acqua e il sistema fognario è saltato in aria a causa delle bombe. Immaginate la vita in queste condizioni e in uno scenario di guerra in continua evoluzione e del quale non si intravede la fine».
È la drammatica testimonianza del patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, in occasione della sua visita, venerdì 23 agosto, in Basilicata. L’evento è avvenuto a Matera.

E a porgere il saluto a nome di tutta la Conferenza episcopale regionale, quella della Basilicata, è stato l’arcivescovo di Potenza Potenza-Muro Lucano -Marsiconuovo Davide Carbonaro. Che ha accolto con queste parole il porporato francescano di origini bergamasche: «Cominciamo noi, da subito, a non regalare armi di plastica ai nostri figli, a spegnere giochi social che si ispirano alla guerra, alla violenza e al bullismo e sono fonte di reddito a scapito dei più fragili». Nel suo racconto Pizzaballa ha voluto portare il grido di dolore del martoriato Medio Oriente. «È tutto fermo - ha osservato - soprattutto nel campo edile. Prima del 7 ottobre, 200 mila palestinesi lavoravano nelle ditte in Israele. Dallo scoppio della guerra non lo fanno più con ripercussioni che facilmente sono immaginabili. È difficile parlare di fiducia, speranza e futuro in una situazione simile''. Per questo, ha aggiunto, ''il dialogo dovrà riprendere dalle comunità. C'è una reazione di alcuni settori della società civile. Piccoli segni legati al territorio che ci fanno pensare che c'è ancora speranza. C'è un piccolo resto su cui la Chiesa può e deve ripartire». Nella Striscia di Gaza ora c'è una parrocchia cattolica. «Prima dello scoppio della guerra la comunità conta-va 1017 fedeli. Ora sono 621», è stata l’amara ammissione del cardinale. E ha continuato: «È difficile parlare di fiducia, speranza e futuro in una situazione simile» considerando «la crisi degli organismi multilaterali come l'Onu, Unione Europea e le istituzioni politico-religiose».
Per questo, ha poi concluso il Cardinale Pizzaballa: «Il dialogo dovrà riprendere dalle comunità. C'è una reazione di alcuni settori della società civile. Piccoli segni legati al territorio che ci fanno pensare che c'è ancora speranza. C'è un piccolo resto su cui la Chiesa può e deve ri-partire».

Il ponte di amicizia tra Matera e Betlemme

​Durante l'incontro il primo cittadino di Matera Domenico Bennardi ricordando il patto di amicizia con il sindaco di Betlemme ha espresso la necessità di «edificare ponti che permettono di ricostruire un dialogo costruttivo tra le parti in conflitto».
L’arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico Giuseppe Caiazzo nel concludere l'incontro ha annunciato che la Conferenza Episcopale di Basilicata darà un contributo alla Chiesa di Gerusalemme, aggiungendo: «Anche se è difficile parlare di fiducia e speranza in questo scenario di guerra, noi, come cristiani non possiamo sot-trarci. Dobbiamo pregare e agire con piccoli sostegni economici che ognuno di noi può dare per portare sollievo alle popolazioni della Terra Santa».

Una momento dell'incontro di venerdì 23 agosto sulla pace in Terra Santa a Matera

Una momento dell'incontro di venerdì 23 agosto sulla pace in Terra Santa a Matera - Arcidiocesi di Matera-Irsina



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