Un messaggio inviato «con il cuore colmo di commozione e trepidazione» quello di don Vito Piccinonna alla Chiesa di Rieti alla cui guida papa Francesco ha voluto destinarlo come nuovo vescovo. Così come commosso è stato il saluto rivolto alla propria comunità ecclesiale di Bari-Bitonto, dinanzi a quanti erano in Cattedrale convocati dall’arcivescovo Giuseppe Satriano per comunicare la notizia della nomina che, prima di tutto, ha sorpreso lui, che si appresta a divenire il più giovane vescovo d’Italia.Il sacerdote 45enne nativo di Palombaio, frazione del Comune di Bitonto, e attuale vicario episcopale per la carità, è dunque destinato a raccogliere l’eredità del vescovo Domenico Pompili , trasferito dal Papa a Verona. Ed è toccato a lui, in contemporanea all’annuncio dato a Bari e dalla Sala Stampa vaticana, rendere nota la decisione del Pontefice nel Duomo di Santa Maria.
Pompili, che il primo ottobre ha fatto il suo ingresso nella diocesi veneta e che continua a reggere la diocesi reatina da amministratore apostolico, si è detto grato di lasciarla in consegna a un confratello giovane («E giovinezza significa originalità, significa carisma»), di cui ha evidenziato il suo essere “social” nel mostrare «una particolare attitudine alla relazione con gli altri» ma anche “sociale”, con il suo curriculum che denota grande attenzione alle problematiche sociali e alle esigenze dei più fragili. Piccinonna si appresta ad arrivare a Rieti «dove la fatica della ricostruzione dopo il terremoto del 2016 richiede un pastore attento, disponibile e solidale con il popolo. Quelle tremende scosse squarciarono case e cuori: oggi il Papa ti chiama a divenire balsamo di misericordia e annuncio di speranza per quella terra», gli ha detto Satriano.
E don Vito ha confidato che la prima cosa che farà appena giungerà nella nuova diocesi sarà di fermarsi in preghiera dinanzi ai luoghi del sisma. Così pure, nel messaggio inviato ai reatini, ha voluto dire che il suo primo pensiero «da subito è andato alle tante vittime del terremoto e alle loro famiglie, ai sopravvissuti ma pure a tutto il territorio gravemente ferito e provato in diverso modo dal sisma. Conosco il coraggio e la speranza che avete testimoniato ed esercitato e dobbiamo continuare nell’impegno in vista di una ricostruzione complessa e complessiva che provoca le nostre relazioni e collaborazioni e ci spinge a non sederci. Lo dobbiamo alle vittime del terremoto come pure alle nuove e future generazioni». Si è poi detto lieto che il suo arrivo a Rieti nel 2023 avverrà per gli 800 anni del presepe di Greccio. Una ricorrenza che – unitamente alla memoria della Regola dei Minori scritta a Fonte Colombo – aprirà le celebrazioni dell’ottocentenario francescano. «Una felice coincidenza mi ha portato l’estate scorsa, con alcune famiglie, nella vostra e nostra amata terra di Rieti in occasione di un pellegrinaggio ai quattro Santuari francescani della Valle che profuma della serafica santità di Francesco di Assisi, anche a me tanto caro. Quanta bellezza e quanto stupore!».
Un saluto speciale, nella sua lettera, Piccinonna ha voluto rivolgerlo ai ragazzi, ai malati e agli anziani che hanno segnato il suo ministero sacerdotale. Don Vito, compiuti gli studi teologici al Seminario regionale pugliese e quelli di licenza in Teologia dogmatica, dopo l’esperienza di vice parroco a Modugno e quella di padre spirituale nel Seminario minore, ha lavorato molto con la gioventù, come insegnante di religione e come assistente sia diocesano sia nazionale del Settore giovani dell’Ac. Ha poi diretto la Caritas diocesana barese e attualmente, oltre a reggere la parrocchia dei Santi Medici Cosma e Damiano – e l’annesso santuario – a Bitonto, è presidente della corrispondente Fondazione e assistente spirituale di una comunità terapeutica. È è stato poi delegato regionale per la Puglia del Collegamento nazionale dei santuari.