Celebrazione ecumenica a Lund nel 2016 con il Papa - Foto di archivio
Il punto di partenza è la chiamata di Gesù, che nel Vangelo di Giovanni si rivolge così al Padre: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato». L’impegno per la ricerca dalla piena comunione tra le Chiese cristiane non è dunque una possibilità tra tante ma un preciso dovere, come più volte sottolineato dagli ultimi Papi. Si deve a Paolo VI lo storico abbraccio con il patriarca di Costantinopoli Athenagoras che chiuse la terribile frattura con l’ortodossia mentre si intitola “Ut unum sint” l’enciclica pubblicata da Giovanni Paolo II nel 1995. Inoltre, nel 2011 Benedetto XVI visitò, in Germania, i luoghi di Lutero, e papa Francesco si recò a Lund, in Svezia nel 2016 per i 500 anni della Riforma protestante.
In questa ricerca comune ogni anno si inserisce la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che tradizionalmente si celebra dal 18 al 25 gennaio. Per il 2024 il tema è tratto dal Vangelo di Luca: “Ama il Signore Dio tuo… e ama il prossimo tuo come te stesso” (Luca 10,27). Come si capisce, il versetto evangelico rimanda al Dna stesso della fede cristiana. «Dio – recita il sussidio di accompagnamento alla Settimana – è amore e “l’amore di Cristo ci ha riuniti in una cosa sola”. Troviamo la nostra comune identità nell’esperienza dell’amore di Dio e manifestiamo questa identità al mondo nella misura in cui ci amiamo gli uni gli altri».
I testi proposti per le liturgie di questi giorni sono stati preparati da un Gruppo ecumenico del Burkina Faso, coordinato dalla Comunità locale di Chemin Neuf che ha coinvolto fratelli e sorelle dell’arcidiocesi cattolica di Ouagadougou, delle Chiese protestanti, degli organismi ecumenici presenti nel Paese. Come noto il Burkina Faso si trova nell’Africa occidentale e conta 21 milioni di abitanti. In termini religiosi, circa il 64% della popolazione è musulmana, il 9% aderisce alle religioni tradizionali africane e il 26% è cristiano (20% cattolico, 6% protestante).
Vespri di chiusura della Settimana in San Paolo fuori le Mura - Ansa
Le origini
Come ricorda il Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, la Settimana si celebra dal 18 al 25 gennaio su proposta, nel 1908, di padre Paul Wattson. Risulta dunque compresa tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo. Nell’emisfero sud del mondo, in cui gennaio è periodo di vacanza, le Chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste, periodo altrettanto simbolico per l’unità delle Chiese.
Date importanti nella storia della Settimana per l’unità
1740: in Scozia, nasce un movimento pentecostale con legami in Nord America, il cui messaggio per il rinnovamento della fede chiamava a pregare per e con tutte le Chiese. Il predicatore evangelico Jonathan Edwards invita ad un giorno di preghiera e di digiuno per l’unità, affinché le chiese ritrovino il comune slancio missionario.
1840: il rev. Ignatius Spencer, anglicano entrato poi in piena comunione con la Chiesa cattolica, propone di istituire “L’Unione di preghiera per l’unità”.
1867: nel Preambolo alle sue risoluzioni, la prima assemblea dei vescovi anglicani a Lambeth sottolinea l’importanza della preghiera per l’unità, ribadita anche nelle successive assemblee.
1894: papa Leone XIII, in vari documenti, incoraggia la pratica dell’“Ottavario di preghiere per l’unità” nel contesto della Pentecoste
1908: il rev. Paul Wattson istituisce e celebra per la prima volta a Graymooor (New York), un “Ottavario di preghiera per l’unità” (Chair of unity octave), dal 18 al 25 gennaio, auspicando che divenga pratica comune.
1926: il movimento Fede e Costituzione inizia la pubblicazione dei “Suggerimenti per l’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani”.
1935: l’abate Paul Couturier, in Francia, promuove la “Settimana universale di preghiera per l’unità dei cristiani” basata sulla preghiera per “l’unità voluta da Cristo, coni mezzi voluti da lui”.
1958: Il Centre Oecuménique Unité Chrétienne di Lione (Francia) inizia la preparazione del materiale per la Settimana di preghiera in collaborazione con la commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese.
1964: il Decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II “Unitatis redintegratio” sottolinea che la preghiera è l’anima del Movimento ecumenico, ed incoraggia l’osservanza della Settimana di preghiera.
1966: la commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese ed il Segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani (attuale Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani) decidono di preparare congiuntamente ogni anno il testo ufficiale della Settimana di preghiera.
1968: per la prima volta la preghiera per l’unità viene celebrata in base al testo elaborato in collaborazione tra la commissione Fede e Costituzione e il Segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani