lunedì 5 luglio 2021
Il cardinale parla dell'inchiesta sui fondi usati illecitamente, che ha visto il rinvio a giudizio di 10 persone, tra cui Angelo Becciu. "Spero in un processo breve, molti hanno sofferto"
Il segretario di Stato Pietro Parolin

Il segretario di Stato Pietro Parolin - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin ha auspicato un "processo breve" che porti in tempi rapidi chiarezza sull'intricata vicenda della compravendita del palazzo londinese di Sloane Avenue, che ha visto sabato il rinvio a giudizio di 10 persone tra cui l'ex numero due della Segreteria, Angelo Becciu.

La Segreteria stessa ha deciso di costituirsi come parte civile, ha precisato, nell'ambito di una serie di decisioni che hanno visto l'assenso del Papa in persona. "Niente è stato deciso senza il consenso o la conoscenza di Papa Francesco", ha detto in una conferenza stampa a Strasburgo, dove si trova come legato pontificio in opccasione dei festeggiamenti per i 1.300 anni dalla morte di Sant'Ottilina, "Se mi chiedono di testimoniare al processo lo farò".

"Bene che ci sia una decisione perché le autorità giudiziarie si sono prese più di un anno e mezzo per decidere. Sono molto triste per le persone coinvolte", ha aggiunto, ""Non mi esprimo sul resto perché non ho ancora letto i documenti resi pubblici. Dobbiamo aspettare il processo e sperare che porti verità. Speriamo che sia breve, perché molte persone hanno sofferto".

"Noi siamo vittime, questa è la ragione per cui abbiamo ritenuto necessario prendere questa decisione e costituirci parte civile", ha proseguito Parolin spiegando le motivazioni per cui la Segreteria di Stato vaticana si è costituita parte civile nel processo.

Secondo il cardinale "è possibile che qualcuno si sia comportato male, che abbia commesso atti che non doveva". Sarà, comunque, "la giustizia che dovrà stabilirlo". "Come istituzione - ha sottolineato il Segretario di Stato - riteniamo che siamo stati danneggiati da tutto quello che è successo".

Da qui la decisione di esercitare il diritto dell'azione civile: '"Dobbiamo difendere la nostra posizione e la nostra moralità", ma anche "tornare in possesso dei soldi". Il tutto previa consultazione con il Papa: "Sulle questioni importanti parliamo sempre con il Papa e chiediamo se è d'accordo prima di procedere", ha assicurato.

Ed è proprio grazie alle "molte decisioni prese dal Papa sul controllo delle finanze della Santa Sede", che - ha sottolineato il porporato - "da un punto amministrativo, la questione al centro del processo si è risolta". Interpellato a riguardo dai cronisti, il segretario di Stato ha dichiarato anche che: "Se mi chiedono di testimoniare al processo lo farò".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: