"Non siamo cristiani a
titolo individuale, ognuno per conto proprio, no: la nostra
identità cristiana è l'appartenenza, siamo cristiani perché
apparteniamo alla Chiesa". Lo ha detto il Papa nell'udienza
generale di oggi. "Non si fanno
cristiani in laboratorio - ha affermato -: il cristiano è parte
di un popolo che viene da lontano e che si chiama Chiesa.
Nessuno diventa cristiano da sé". "E nella Chiesa - ha aggiunto
- non esiste il fai da te, non esistono battitori liberi".Il Pontefice ha poi rivolto il suo pensiero grato al suo predecessore: "Quante volte Papa Benedetto ha descritto la Chiesa come un 'noi ecclesiale!", ha ricordato ai fedeli che gremivano piazza San Pietro. Oltre 33 mila, secondo i dati della Prefettura della Casa Pontificia, ipellegrini presenti stamane in piazza. Gruppi provenienti da tutto il mondo. Tra i più numerosi quello del Movimento ecclesiale carmelitano (circa 1.200 persone). Prima dell'udienza, il Papa ha salutato i malati che si erano raccolti nell'Aula Nervi. "Ora vi dò la benedizione. Poi io andrò in piazza per l'Udienza". "È troppo caldo per voi lì e c'è il pericolo di pioggia, e per voi è più comodo seguire l'Udienza al chiuso", ha spiegato loro. Poi ha domandato "sta bene?". "È meglio così. Non vi dimenticate di pregare per me".Al termine dell'Udienza Generale, Papa
Bergoglio ha rivolto un "saluto cordiale" alla delegazione
della
Bethlehem University, che quest'anno celebra il
quarantesimo anniversario di fondazione, per iniziativa di
Paolo VI che volle ricordare così, dieci anni dopo, il suo
pellegrinaggio in Terra Santa del 1964. L'ateneo, che Montini
affidò ai Fratelli delle scuole cristiane già presenti a
Gerusalemme e che è sostenuto anche dalla Cei con i fondi
dell'8 per mille, rappresenta il principale luogo di alta
formazione nello Stato Palestinese. Francesco ha voluto
riconoscerne oggi il merito a gestori e docenti, "con
particolare riconoscenza per la lodevole attività accademica
svolta a favore del popolo palestinese".