Ieri la Santa sede, attraverso un decreto del Pontificio Consiglio per i laici, ha comunicato l’approvazione delle celebrazioni contenute nel Direttorio catechistico del Cammino neocatecumenale, dopo aver avuto il parere favorevole della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. «Un momento storico», ha commentato Kiko Argüello, iniziatore del Cammino, assieme a Carmen Hernández. È importante capire infatti che il Neocatecumenato come recita l’articolo 5 del suo Statuto è «uno strumento al servizio dei vescovi per la riscoperta dell’iniziazione cristiana da parte degli adulti battezzati». Infatti l’Ordo Initiationis Christianae Adultorum pubblicato nel 1972 sulla scia della riscoperta del catecumenato fatta dal Concilio Vaticano II, suggerisce al capitolo IV l’utilizzazione della catechesi e di alcuni riti propri dell’iniziazione per la conversione e maturazione nella fede non solo per i non battezzati, ma anche per quei cristiani che si siano allontanati dalla Chiesa o non siano sufficientemente evangelizzati. Il Cammino neocatecumenale è arrivato a riscoprire tutto ciò attraverso una prassi di oltre 40 anni a partire dalle esperienze degli ultimi, i baraccati di Palomeras Altas a Madrid nel 1964. È lì che si è cominciato a sperimentare che il kerygma, cioè l’annuncio della resurrezione di Cristo, aveva il potere di trasformare le persone. Così è stata avviata una prassi catechetica che la Chiesa nel 2008, con l’approvazione definitiva degli Statuti, ha riconosciuto come «un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni».La Chiesa ha disposto di studiare il contenuto concreto della predicazione del Cammino, strutturata in varie fasi come il catecumenato della Chiesa dei primi secoli, e nel 2011, dopo un attentissimo studio portato avanti per vari anni dalla Congregazione per la dottrina della fede, ha approvato il Direttorio del Cammino. Le varie tappe del Neocatecumenato sono scandite e si concludono con celebrazioni che, come ha detto Benedetto XVI, «non sono strettamente liturgiche, ma fanno parte dell’itinerario di crescita nella fede». Tali momenti sono contenuti nel Direttorio. Pur essendo stata approvato il suo contenuto dottrinale, la Congregazione del culto divino e la disciplina dei sacramenti ha voluto esaminarlo da un punto di vista liturgico. «E adesso viene il sigillo – osserva Kiko Argüello – che dice che anche queste celebrazioni, che marcano le tappe di crescita dell’itinerario di maturazione dell’uomo nuovo, sono magnifiche e sono veramente ispirate, aiutano l’uomo a crescere nella fede e a unirsi a Gesù Cristo, a farlo cristiano».Dunque ieri è stato un giorno di grande felicità per il Cammino. «Dopo tanti anni come non possiamo essere contenti – osserva il suo iniziatore – e grati a Dio che, dopo tante sofferenze e tanto lavoro in tutto il mondo, la Chiesa riconosca ufficialmente che questa iniziazione cristiana è valida per la costruzione di un cristiano, di un uomo nuovo. Valida per fare un cristiano adulto. Noi questo cristiano lo inseriamo in una comunità cristiana, perché oggi bisogna dare i segni che nell’antichità chiamavano i pagani alla fede, quando gridavano "guardate come si amano i cristiani"».