Papa Francesco durante la preghiera contro la pandemia, il 29 marzo - Reuters / Vatican Media
E’ stato da poco pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana l’Annuario Pontificio, il corposo volume rilegato in tela rossa che contiene tutto l’”organigramma” della Santa Sede e della Chiesa cattolica. Questa edizione del 2020 contiene, nelle prime pagine, una piccola ma non secondaria variazione rispetto a quelle precedenti.
Il cambiamento riguarda proprio la parte dedicata al Papa. Francesco continua ad essere definito innanzitutto “vescovo di Roma”. Ma per quanto riguarda gli altri titoli tradizionalmente attribuiti al Pontefice, c’è una variazione grafica e non solo.
Precedentemente questi titoli erano pubblicati sopra la breve biografia ecclesiastica di Jorge Mario Bergoglio. In cima e con caratteri più grandi quello di “Vicario di Gesù Cristo”, sotto gli altri: “Successore del Principe degli Apostoli”, “Sommo Pontefice della Chiesa Universale”, “Primate d’Italia”, “Arcivescovo e Metropolita della Provincia Romana”, “Sovrano dello Stato della Città del Vaticano” e “Servo dei Servi di Dio”.
Ora nel nuovo Annuario Pontificio questi attributi sono sistemati sotto la biografia di Papa Francesco, separati da essa con una breve linea di demarcazione, tutti con lo stesso carattere più piccolo, e soprattutto introdotti con il titoletto: “Titoli storici”.
Interpellato da Avvenire al riguardo il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni spiega che la locuzione “titoli storici” vuole indicare “il legame con la storia del papato”. Infatti questi “titoli ‘storici’ - sottolinea Bruni - si intendono storicamente legati al titolo di Vescovo di Roma, perché nel momento in cui viene designato dal conclave alla guida della Chiesa di Roma l’eletto acquisisce i titoli collegati a questa nomina”.
In base a questa spiegazione quindi i titoli tradizionali attribuiti al Pontefice non vengono “storicizzati” ma mantengono intatta la loro attualità. Altrimenti sarebbero stati cancellati, come avvenne all’inizio del pontificato di Benedetto XVI quando il titolo di “Patriarca d’Occidente” venne espunto a partire dall’Annuario Pontificio 2006. In quella occasione una Nota del pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani spiegò che quella cancellazione voleva “esprimere un realismo storico e teologico e, allo stesso tempo, essere la rinuncia ad una pretesa, rinuncia che potrebbe essere di giovamento al dialogo ecumenico”.
A dire il vero Papa Francesco era già intervenuto su questa parte dell’Annuario Pontificio. Infatti mentre fino a Benedetto XVI la pagina dedicata al Pontefice era unica, con nella prima linea il suo nome, quindi il titolo di “vescovo di Roma” e a seguire gli altri, Papa Francesco volle sdoppiarla in modo che ci fosse prima una pagina bianca con solo scritto su due righe “Francesco/vescovo di Roma” e che solo nella pagina successiva venissero pubblicati gli altri titoli insieme alle note biografiche. Un modo di enfatizzare anche graficamente la particolare importanza da lui attribuita al titolo di "vescovo di Roma" rispetto agli altri associati alla figura del Pastore universale della Chiesa.