Sciogliere le catene inique. Rimandare liberi gli oppressi. Ma anche "dividere il pane con l'affamato, introdurre in casa i miseri senza tetto", "vestire uno che vedi nudo". Questo, per papa Francesco, è il digiuno che vuole il Signore. "Digiuno che si preoccupa della vita del fratello, che non si vergogna della carne del fratello". Il primo venerdì di Quaresima, giorno in cui
i cattolici sono tenuti all'astinenza, Papa Francesco ha ricordato
che già il Profeta Isaia aveva descritto con chiarezza quale fosse
il digiuno secondo la visione di Dio.Secondo Francesco, "il nostro atto di
santità più grande è proprio nella carne del fratello e
nella carne di Gesù Cristo. L'atto di santità di oggi,
nostro, qui, nell'altare, non è un digiuno ipocrita: è non
vergognarci della carne di Cristo che viene oggi qui! È il
mistero del Corpo e del Sangue di Cristo. È andare a dividere
il pane con l'affamato, a curare gli ammalati, gli anziani,
quelli che non possono darci niente in contraccambio: quello è
non vergognarsi della carne!".
Questo significa che il "digiuno più difficile", ha
affermato Bergoglio, è "il digiuno della bontà", cioè "il
digiuno di cui è capace il Buon Samaritano, che si china
sull'uomo ferito, e non è quello del sacerdote, che guarda lo
stesso sventurato ma tira diritto, forse per timore di
contaminarsi". E dunque, ha sintetizzato il Papa, "questa è la
proposta della Chiesa oggi: io mi vergogno della carne di mio
fratello, di mia sorella?".
"Quando io do l'elemosina, lascio cadere la moneta senza
toccare la mano? E se per caso la tocco, faccio così, subito?
Quando io do un'elemosina, guardo negli occhi di mio fratello,
di mia sorella? Quando io so che una persona è ammalata, vado
a trovarla? La saluto con tenerezza?", ha domandato Francesco
ai fedeli della parrocchia romana ammessi questa mattina alla
celebrazione di Santa Marta. "C'è un segno - ha suggerito loro
- che forse ci aiuterà, è una domanda: so carezzare gli
ammalati, gli anziani, i bambini o ho perso il senso della
carezza? Non vergognarsi della carne di nostro fratello: è la
nostra carne! Come noi facciamo con questo fratello, con questa
sorella, saremo giudicati". I farisei, ha concluso, "questi
ipocriti non sapevano carezzare! Se ne erano dimenticati".