Messa in streaming nella chiesa di Nembro (Bergamo) - Archivio Avvenire
«Salutami e ringrazia i tuoi ragazzi». È la carezza di papa Francesco per la comunità di Nembro, quel centro della val Seriana divenuto simbolo dell'epidemia. Una comunità ferita ma non lacerata, che ha saputo mantenere stretti i legami umani pur in un dramma che ha causato oltre 170 morti.
Domenica 3 maggio, attorno alle 15,45, il pontefice ha così telefonato a don Matteo Cella, curato dell'oratorio, complimentandosi di come la parrocchia abbia mostrato unità e vitalità, impegno per gli altri, anche nei momenti più duri.
«È stata una telefonata di tre minuti e sei secondi – sorride don Matteo Cella -. Il Papa mi ha detto che alcune persone della comunità avevano segnalato come la nostra parrocchia fosse rimasta attiva e creativa, e così ha voluto ringraziarci per l'impegno. È stata una grande emozione, che ho subito voluto condividere con i ragazzi dell'oratorio. C'è una giovane comunità cristiana che continua a impegnarsi, e questo impegno è visibile e apprezzato. La priorità, anche nei momenti di emergenza, è la relazione».
Le Messe in streaming, l'uso sapiente dei social, la diffusione del giornalino dell'oratorio, il tempo dedicato al volontariato, dalla consegna della spesa a quella dei farmaci, sono solo alcune delle iniziative che hanno visto protagonisti i giovani dell'oratorio di Nembro. E così, ecco la chiamata di Francesco e quel messaggio finale così semplice eppure intenso: «Salutami e ringrazia i tuoi ragazzi».