Per la prima volta dall'elezione, papa Francesco ha celebrato la Messa del mattino alla Casa Santa Marta non per un gruppo di dipendenti della Città del Vaticano ma per persone che, pur lavorando con lui, non sono nell'organico del piccolo Stato: i dirigenti e gli agenti della Polizia di Stato che fanno capo all'Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso la Santa Sede. Papa Francesco ha messo in guardia dal rischio del panteismo sempre in agguato, che presenta Dio come «una presenza impalpabile, un'essenza nebulizzata che si spande intorno senza sapere bene cosa sia: un “dio diffuso”, un “dio-spray”, che è un po' dappertutto ma non si sa cosa sia».«Dio - ha ricordato - è Persona concreta, è un Padre, e dunque la fede in Lui nasce da un incontro vivo, di cui si fa esperienza tangibile». «Noi crediamo - cioè - in Dio che è Padre, che è Figlio, che è Spirito Santo. Noi crediamo in Persone, e quando parliamo con Dio parliamo con Persone: o parlo con il Padre, o parlo con il Figlio, o parlo con lo Spirito Santo. E questa - ha scandito il Pontefice - è la fede». «Quante volte», ha osservato il Papa, tanta gente dice in fondo di credere in Dio. «Ma in quale Dio tu credi?», è stata la sua domanda diretta, con la quale il Pontefice ha messo di fronte l'evanescenza di certe convinzioni con la concretezza di una fede vera. Papa Francesco ha preso spunto dal brano del Vangelo nel quale Gesù afferma pure che nessuno può venire a Lui «se non lo attira il Padre». L'episodio, ha spiegato, dimostra che «andare da Gesù, trovare Gesù, conoscere Gesù è un dono» che Dio elargisce. «Questa - ha poi concluso il Pontefice - è la gioia della fede, la gioia di aver incontrato Gesù, la gioia che soltanto ci dà Gesù, la gioia che dà pace: non quella che dà il mondo, quella che dà Gesù. Questa è la nostra fede. Chiediamo al Signore che ci faccia crescere in questa fede, questa fede che ci fa forti, ci fa gioiosi, questa fede che incomincia sempre con l'incontro con Gesù e prosegue sempre nella vita con i piccoli incontri quotidiani con Gesù». Al termine della Messa papa Francesco ha rivolto un ringraziamento particolare all'Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano per il servizio svolto nella società, «un servizio per il bene comune, per la pace comune», che «vuole rettitudine della mente, vigore del volere, onestà per gli affetti, serenità».