L'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia in contemplazione davanti alla Sindone - Ansa
La tragedia immane del virus ha prodotto una emozione altrettanto globale: ieri pomeriggio milioni di persone erano collegate con il Duomo di Torino per assistere in diretta alla preghiera davanti alla Sindone. Un potenziale di oltre un miliardo di spettatori, stando alle reti che hanno chiesto il collegamento televisivo al segnale Rai rilanciato dal Centro Televisivo Vaticano. E altre centinaia di migliaia collegate via social a partire dalla pagina Facebook "Sindone 2020". Secondo i primi calcoli sui social 400mila utenti hanno seguito attraverso la pagina ufficiale Facebook Sindone 2020 in lingua italiana; altri 300mila hanno visto la versione inglese. Su youtube le visualizzazioni sfiorano le 35mila in inglese e 50mila in italiano.
E c’era anche il Papa. Presente con un suo messaggio scritto, come annunciato già venerdì. Ma presente anche come "spettatore" della diretta social, secondo quanto riportato da alcune agenzie di stampa. Il messaggio di Francesco è stato letto in apertura della preghiera dall’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, che della Sindone è Custode pontificio. Da quando Nosiglia è arrivato alla sua postazione - un inginocchiatoio e un faldistorio, di fronte alla cappella che custodisce il Telo, la magia delle immagini ha preso il sopravvento sulle parole.
All’arrivo dell’arcivescovo le tende rosse si sono aperte, offrendo la visione della teca. Poco dopo sempre Nosiglia ha salito i tre scalini e si è avvicinato al coperchio di cristallo che protegge il Telo, compiendo un gesto semplice: ha poggiato, inchinandosi, la mano sul vetro, quasi a voler toccare quell’immagine, ad accarezzarla - se fosse possibile. Un gesto che richiama, e si pone in continuità, con la visita di Francesco a Torino nel 2015: il Papa, in allora, non disse nemmeno una parola. Si alzò dalla sua seggiola e si avvicinò fin sotto la teca (la Sindone era allora esposta verticalmente al centro del presbiterio). Allungò una mano a fino a raggiungere il bordo inferiore. Un gesto che apparve come un saluto e che era molto di più: era un richiamare al silenzio, quel silenzio della morte da cui la Sindone ci parla.
Ma non di morte parla quel Volto. L’arcivescovo, nella breve omelia che ha pronunciato al centro della preghiera, lo ha ben sottolineato: «Anche noi oggi contempliamo il volto e le piaghe del Signore morto ma con la speranza nel cuore che avremo presto, questa sera stessa nella veglia, l’annuncio della sua vittoria sulla morte. In questi tempi travagliati e complessi molti anche credenti non hanno più occhi per vedere e riconoscere accanto a sé il Signore, fonte prima di speranza e di forza per affrontare serenamente e con coraggio la situazione di epidemia che semina morte e tante preoccupazioni nelle persone riscontrate positive al coronavirus. La Sindone ci aiuta ad andare oltre il travagliato vissuto di ciascuno e a scoprire che c’è in essa un messaggio di morte e di vita strettamente congiunte nella vicenda storica di Cristo e della sua passione: e questo apre il cuore, la mente e la parte più intima e profonda di ciascuno alla fede e alla speranza».
Ad ascoltare l’arcivescovo c’erano, lontani negli scranni del presbiterio, il sindaco di Torino Chiara Appendino, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia. Questa preghiera straordinaria è stata decisa e realizzata nel giro di pochi giorni, partendo dalla grande quantità di sollecitazioni arrivate all’arcivescovo. Tutti chiedevano la stessa cosa: che quel "segno" misterioso potesse essere contemplato, anche a distanza, anche nelle condizioni "impossibili" di oggi. Le immagini del Volto sono entrate nelle case di tutto il mondo attraverso la televisione e Internet.
Per saperne di più su Avvenire è possibile leggere anche la presentazione dell'ostensione della Sindone per un mondo minacciato.