sabato 28 agosto 2021
Questa domenica, Oropa sarà il cuore mariano d’Italia. E non solo. Parla don Michele Berchi, rettore del santuario. Il video
La Madonna Nera di Oropa

La Madonna Nera di Oropa - Archivio

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Insieme per portare ai piedi di Maria le paure e le speranze di questi tempi difficili. Insieme come veri fratelli e sorelle resi più uniti dalla sofferenza. Insieme nella consapevolezza di essere figli di una Regina, di quelle però che mettono al primo posto il cuore di madre, che non dimenticano neanche per un attimo la tenerezza e la misericordia. Domani, domenica, Oropa sarà il cuore mariano d’Italia. E non solo. Rimandata di un anno a causa della pandemia, diventata ancora più solenne proprio a causa del ritardo forzato, l’Incoronazione della Madonna Nera diventa infatti il ritrovarsi di un popolo intero, uomini e donne che l’emergenza ha allontanato ma che ora, almeno spiritualmente, tornano a incontrarsi. Pochi in santuario ma tanti, tantissimi in collegamento dai sagrati di decine di parrocchie, “presenti” attraverso tv, media tradizionali e social.

L’evento è in se stesso storico, si rinnova ogni cento anni dal 1620, e seguirà uno schema preciso. Sul capo del Bambino Gesù e della Vergine Madre verrà posta la corona aurea, realizzata dall’artista Luca Cavalca, e il manto della misericordia, simbolo di protezione. A presiedere il rito, subito dopo l’Angelus, il “legato pontificio”, il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, appositamente inviato dal Papa. La giornata però inizierà prima, alle 10, con la celebrazione eucaristica nella Basilica Superiore del santuario cui seguirà la processione della sacra effigie al piazzale antistante.

Un piccolo pellegrinaggio a completare un lungo percorso, decisamente trasformato e vissuto in modo molto differente rispetto alle premesse da cui si era partiti. «Abbiamo dovuto ribaltare completamente la prospettiva con cui avevamo iniziato questo cammino – osserva don Michele Berchi, rettore del santuario di Oropa –. Ci siamo dovuti accorgere che potevamo soltanto seguire le indicazioni che il Signore ci dava attraverso la realtà. Tutti i nostri progetti hanno dovuto fare i conti con mille imprevisti e soprattutto con la grande questione della pandemia per cui, più che progettare, abbiamo dovuto assecondare ciò che accadeva».

Un problema molto serio sia sotto il profilo organizzativo che psicologico.

Direi un bell’esercizio di fede perché potevamo interpretare ciò che accadeva solo come un fastidio o viceversa viverlo come indicazione di un cammino sconosciuto che il Signore ci metteva davanti e in cui la Madonna ci accompagnava. Un atteggiamento che ha riguardato tutte le iniziative in cantiere. Il cammino è stato all’insegna della carità e della condivisione ma non nel modo che avevamo previsto.

Le incoronazioni sono state sempre celebrate all’indomani di eventi drammatici. Nel 1920 si era appena usciti dalla grande guerra. Quest’anno siamo ancora alle prese con la tragedia della pandemia.

Anche nel 1820 si veniva dal difficile periodo napoleonico. Bisogna capire se le incoronazioni accadono dopo tempi complicati o se al contrario il Signore permetta certe situazioni prima di questi momenti, in modo che non siano mai dei gesti formali ma si carichino, si riempiano di un significato profondo, vissuto dall’interno di ciascuno di noi. Evidentemente quello che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo in questi due anni ha fatto emergere in modo potentissimo l’affetto, la devozione e il significato che Maria ha per tutti.

Cosa rappresenta la data del 29 agosto per il territorio locale?

È l’apice, la manifestazione più evidente di ciò che rappresentano il santuario e la Madonna di Oropa per tutto il Biellese, che va molto di là della devozione alla Vergine. Se andiamo a trovare i biellesi che vivono all’estero o lontano da qui sicuramente la foto ricordo delle proprie radici, al di là di ogni appartenenza religiosa, avrà dentro la Madonna di Oropa. Il 29 agosto è un po’ il segno di questa appartenenza.

Oltre a chi potrà essere presente fisicamente nel santuario, per consentire la massima partecipazione possibile, sono stati allestiti dei sagrati diffusi

Direi che la Madonna ci ha richiesto una rivoluzione di mentalità e di approccio alla festa. Tutti immaginavamo decine di migliaia di persone a Oropa, sulla scorta di quanto avvenne un secolo fa e di cui abbiamo la documentazione. Quello che è accaduto ci ha costretti prima alla prudenza, perché le norme anti-Covid limitano la presenza a 1500 persone, e poi è diventata una strada nuova da percorrere. Grazie ai moderni mezzi di comunicazione, l’incoronazione è diventata un evento che abbraccia tutto il territorio, non concentrato solo a Oropa. Abbiamo pensato di allestire in molte parrocchie, in molte zone del Biellese maxischermi collegati agli altari, in modo che si potesse celebrare la Messa in contemporanea con il santuario per poi ascoltare tutti insieme l’Angelus del Papa e subito dopo partecipare o in presenza o mediaticamente e spiritualmente all’incoronazione.

Insieme alla corona, alla Madonna sarà offerto il manto della misericordia, realizzato con pezzetti di stoffa offerti dai fedeli. Un omaggio anche all’attività produttiva del Biellese, noto per i filati.

Il manto è stata un’idea sicuramente ispirata dalla Madonna. La possibilità di fare emergere in modo bello e significativo il rapporto personale di migliaia e migliaia di persone con la madre di Dio. La sorpresa e insieme la conferma che davanti alla Madonna, davanti al suo sguardo passano i momenti più importanti della vita. I pezzettini di stoffa, di vestiti o tessuti, infatti sono presi dall’abito da sposa, dalla tuta da lavoro, dall’abitino del Battesimo e da moltissimi ricordi di momenti di dolore come la copertina del figlio morto.

Sono arrivate oltre 15mila “tesserine”.

Ci hanno permesso di confezionare un manto con uno strascico lungo 25 metri. Una cosa mi ha colpito: avevamo chiesto che ogni pezzetto fosse accompagnato dalla spiegazione del momento che ricordava, invece tutti si sono rivolti direttamente alla Madonna con preghiere, suppliche e ringraziamenti che a leggerli commuovono. Il manto ha un significato di protezione della Vergine e al tempo stesso di affetto da parte nostra. Il segno anche di un’unità che si ricompone, che emerge intorno a Maria, grazie a lei, anzi addosso a lei.

Non so se posso domandarglielo, ma nell’ultimo periodo cos’ha chiesto soprattutto alla Vergine?

Alla Madonna chiedo che, grazie a lei, tutta la Chiesa possa testimoniare la bellezza, la convenienza umana della fede. In questo momento storico così complicato e difficile, ma forse lo sono tutti, c’è un grande bisogno di riscoprire la fede in Gesù Cristo come l’esperienza più bella, più umana e più conveniente per tutti.

Il video:

Una corona di fili d'oro, «omaggio» al territorio​

Domani sul capo del Bambino Gesù e della Vergine Madre sarà posta una corona d’oro, per la precisione di fili d’oro, a richiamare la storica tradizione biellese. È opera dello scultore, classe 1971, Luca Cavalca e il suo “progetto” è stato scelto attraverso un bando di concorso indetto dalla diocesi di Biella, in collaborazione con la Cei. «La stretta relazione tra le tecniche della tessitura biellese e quelle della filigrana – si legge nella motivazione della giuria – crea una stretta relazione con il manto della misericordia, realizzato con migliaia di pezzi di stoffa donati dalla gente».

In diretta su Tv2000​

La V centenaria incoronazione della Madonna Nera di Oropa è in programma questa domenica dopo l’Angelus recitato dal Papa è sarà trasmessa in diretta da Tv2000 e sul sito del Santuario di Oropa. La Giornata si aprirà alle 10 con la Messa nella Basilica Superiore presieduta dal legato pontificio, il cardinale Giovanni Battista Re, accolto dal vescovo di Biella, Roberto Farinella. Seguirà, alle 11.30 la processione della sacra effigie al piazzale antistante. Alle 12.15, come detto, l’incoronazione, che potrà essere seguita anche in streaming tramite il sito Internet e i canali social del santuario. Per le norme anti-Covid potranno partecipare in presenza 500 persone all’interno della Basilica Superiore e mille nel piazzale antistante. La statua della Madonna nera, custodita nella Basilica antica, è stata realizzata nel XII secolo da uno scultore valdostano. In un video diffuso dalla pagina Facebook del santuario il vescovo Farinella presenta i contenuti e il valore dell’incoronazione in un contesto – come sottolineato recentemente – «unico al mondo per la fede, la natura e il santuario stesso».

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