sabato 18 febbraio 2012
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Continua un’incredibile saga dell’orgoglio e del pregiudizio anticattolico. Continua incessante: tanto, tantissimo per malizia e un poco per superficialità e inerzia. Orgoglio e pregiudizio, già. L’orgoglio è quello dei laicissimi fustigatori della Chiesa «evasore fiscale» che «non paga l’Ici» e che poco ci manca ormai che venga dipinta come una vera affamatrice del povero popolo italiano che fa sacrifici. E che importa se il popolo, quello autentico, quello che i sacrifici li fa davvero e fa anche la fame, sa benissimo che la Chiesa – nonostante gli errori di qualcuno dei suoi – è l’esatto contrario della bieca affarista dei giudizi sommari celebrati dai radicali (e meno male che sarebbero i garantisti per eccellenza...) trasformati in veline giornalistiche e pellicole d’accusa spacciate alacramente per redazioni e internet.Il pregiudizio è quello su cui si fonda l’inerzia di quei nostri colleghi giornalisti che fanno sempre benissimo il loro lavoro, ma quando si tratta della «Chiesa» e delle «tasse» chissà com’è dimenticano di “incrociare le fonti” (regola aurea del nostro mestiere, che obbligherebbe a non fidarsi mai di una campana sola soprattutto quando il campanaro si è già dimostrato stonato, ma a interpellare tutte le parti in causa e di registrare anche quel che non piace) ma pubblicano o mettono sul sito online del proprio giornale tutto ciò che passa il convento amministrato dalle venerabili autorità di Marco Pannella ed Emma Bonino e dai transitori scudieri dei due leader.Il caso Ferrara di cui diamo conto oggi – l’accusa sballata a quella Diocesi di non pagare un’Ici dovuta e infatti regolarmente pagata – è l’ultima falsità messa in circolo maliziosamente e truffaldinamente (ci voleva tanto a rivolgersi per chiarimenti anche alla Chiesa locale oltre che al Comune?) dai radicali e ripresa con superficialità anche da grandi organi di stampa. Una falsità cattiva, montata scientificamente, ma non con scrupolo. E come tante altre smascherata anche grazie a questo giornale, al suo lavoro di informazione e documentazione sulla grande menzogna che si sta ripetendo fino alla nausea in questo nostro Paese: che il non profit sia un grande affare privato e che la Chiesa sia la prima a goderne. Ma è giusto, è eticamente giusto, che sia Avvenire a far emergere ciò che un “accusatore” onesto dovrebbe preoccuparsi di verificare prima di puntare l’indice? Questa storia, come lo stordente balletto di cifre a casaccio che sarebbero sottratte al fisco e che in realtà sono larghissimamente già versate nelle casse dello Stato e degli altri enti pubblici, è la conferma di una pericolosa degenerazione del buon costume civile e giornalistico. È una deriva che si può e si deve fermare.Ebbene sì, cominciamo a preoccuparci. Da cittadini italiani, da cattolici e anche da giornalisti, che possono e devono essere portatori (sani) di opinioni, ma che prima di tutto fanno il loro mestiere con rigore.
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