Il logo di CatéGpt - Dal sito www.catégpt.chat
Ciò che cambia e ciò che resta. L’Intelligenza artificiale e Lourdes. Che c’entrano? Nell’uno e nell’altro caso, è una questione di domande. Serve a ricordarci che anche quando le rivolgiamo a una macchina – per quanto sofisticata – le domande sempre da una ricerca umana arrivano.
L’intreccio della nuova rivoluzione tecnologica e del fiume di devozione mariana che dal 1858 va alla Grotta di Massabielle cercando un abbraccio accogliente è nel tema che ha percorso le giornate di “Incontri” internazionali per giornalisti cattolici, appena conclusi nella città-santuario pirenaica. Sullo “sconvolgimento” apportato dall’IA – annunciato, ma già all’opera – i professionisti cattolici dei media hanno cercato di tracciare alcune coordinate di base, consapevoli che siamo già dentro un cambiamento che va affrontato senza pregiudizi ma con criteri adeguati. Eloquente la sessione di “prova su strada” condotta nella sessione conclusiva dell’appuntamento francese da Nicolas Torcheboeuf, giovane ingegnere svizzero specializzato in laser e, nel tempo libero, progettista di CatéGpt, interessante risorsa religiosa online che prova a rispondere alle domande su fede, catechismo e magistero attingendo al database in continuo divenire di soli documenti certificati. «Mi sono reso conto che la ricerca di informazioni attendibili sulla Chiesa cattolica e i suoi insegnamenti non disponeva ancora di uno strumento che sfruttasse le potenzialità dell’Intelligenza artificiale. E dal luglio 2023 sto lavorando per costruirlo», spiega.
La sala nella quale si sono svolti gli Incontri di Lourdes - .
Nato francofono, il sito Categpt.chat ora sa rispondere anche in italiano, con sorprendente precisione, «ma non è la verità né la voce ufficiale della Chiesa», si affretta a precisare il mite Nicolas, che ha visto sottoporre la sua creatura al crash test di 200 giornalisti che l’hanno bombardato a lungo con domande in varie lingue, superando l’esame con una larga sufficienza. È solo un esempio di cosa gli algoritmi di nuova generazione promettono di fare anche al servizio della Chiesa, un modo per uscire da una certa inquietudine scesa sull’assemblea in due giorni di panel con studiosi e tecnici preoccupati per la possibile piega che l’IA può prendere se non le si fa capire subito “chi guida”, senza tecnofobie né ingenuità.
Il santuario mariano di Lourdes - .
«Dobbiamo batterci insieme, scienziati e comunicatori, contro l’antropomorfismo delle macchine – è il parere eloquente di Mathieu Guillermin, fisico dell’Università Cattolica di Lione, dove fa parte di un’Unità di confluenza scientifico-umanistica al lavoro su questa frontiera –, va assicurata sin da ora la riconoscibilità di ciò che è generato dalla macchina e di quel che è creato da una persona umana». Il che, viste le risposte dei sistemi che vanno dilagando, non è affatto scontato. «L’IA – aggiunge – offre strumenti per capire, ma non è altro che l’esito di un calcolo probabilistico che per la macchina non ha alcun senso. E per noi invece sì». Sapere che si stanno investendo risorse immense per rendere impercettibile la barriera tra uomo e algoritmo deve servire non a ritrarci spaventati ma a ricordarci che «a fare la differenza è l’esperienza della realtà». E cosa devono fare i giornalisti cattolici se non ricordare a tutto il sistema informativo che è la realtà tutta intera che va servita e rispettata? La realtà dell’umanità, anzitutto. La stessa che approda a Lourdes con tutte le sue domande che nessun chip riuscirà mai a soddisfare.
Anno prossimo appuntamento a Roma, dal 22 al 24 gennaio, per il Giubileo dei giornalisti. Jean-Marie Montel, presidente della Federation des Medias Catholiques organizzatrice storica degli Incontri di Lourdes, raccomanda di farci già un pensierino: potremmo avere molte altre domande con noi attraversando la Porta Santa.