Monsignor Giuseppe Alberti, nominato vescovo di Oppido Mamertina-Palmi - Collaboratori
Un padovano vescovo in Calabria. L’annuncio è stato dato oggi in contemporanea in sala stampa vaticana, in diocesi di Padova e nella diocesi di Oppido Mamertina-Palmi dove don Giuseppe Alberti è stato chiamato dal Santo Padre. Cinquantotto anni compiuti lo scorso 17 giugno, il vescovo eletto don Giuseppe Alberti è originario di Este, in provincia di Padova. Da poco meno di un anno (novembre 2022) era arciprete di Solesino.
Ma il curriculum presbiterale di don Giuseppe Alberti è ampio e articolato. Ordinato nel 1990, è prima vicario parrocchiale a Montagnana e poi educatore in seminario Minore, conseguendo contemporaneamente la licenza in teologia pastorale. Nel 2000, accogliendo la richiesta del vescovo Antonio Mattiazzo, parte per l’Ecuador come fidei donum. L’esperienza di don Alberti in terra di missione è intensa: accompagna il processo formativo dei seminaristi della diocesi di Tulcan, dove insegna anche materie filosofiche e teologiche; diviene rettore del seminario maggiore e collabora con l’opera pastorale della parrocchie di Tulcan, è coordinatore degli studi e membro del Collegio dei consultori.
Durante il tempo di missione partecipa all’organizzazione e al coordinamento della fase diocesana e nazionale del CAM 3, il terzo congresso missionario americano, che si svolge nel 2008 a Quito.
Dopo 11 anni di missione, nel 2011 rientra a Padova e viene nominato parroco di Villafranca Padovana e poco dopo moderatore dell’omonima neonata unità pastorale. Qui vi rimane fino al 2022, anche con l’incarico di vicario foraneo (2013-2022).
L’emozione per la nomina è palpabile nel vescovo eletto di Oppido Mamertina-Palmi, che ha indirizzato alla sua nuova Chiesa e al vescovo emerito mons. Francesco Milito una lettera e un fraterno saluto, in cui non nega la «grande sorpresa e non poco turbamento» con cui ha accolto la richiesta del santo padre. Parole che sono risuonate anche a Padova dopo l’annuncio dato da mons. Claudio Cipolla.
«Ho la sensazione di essere stato preso in contropiede da Dio: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie”» ha detto don Alberti, che nella vita ha «sempre cercato di dire “sì” agli inviti del Signore»: la vocazione, la missione, i cambi di parrocchia. Al turbamento è subentrato l’affidamento: «In questi giorni le parole di Gesù a Pietro mi hanno rincuorato: “Non temere” e allora “sulla tua parola” ho accolto questa ulteriore chiamata mettendo ancora una volta la mia vita nelle mani di Dio».
Il grazie va a chi l’ha preceduto «in “questa vigna del Signore” spendendo energie e dedicando tempo e passione per l’annuncio del Vangelo, in tempi non facili», ma anche alla Chiesa di Padova «che mi ha visto nascere e crescere nella fede e che da trentatré anni sto servendo come presbitero»; ai vescovi di Padova Claudio Cipolla e Antonio Mattiazzo, agli amici e collaboratori, alla famiglia.
«Il mio cuore è sulla soglia tra il “già” e il “non ancora” in questo spartiacque della mia vita: lascio una sponda con riconoscenza e un pizzico di nostalgia, ma intravedo già l’altra nell’inedito che mi attende».
Alla sua nuova Chiesa don Alberti chiede fin d’ora preghiera e assicura «la disponibilità a mettermi accanto a voi come “discepolo” che è chiamato a imparare, nell’ascolto condiviso che aiuta “a discernere insieme la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto”, al servizio della fede di tutti, alimentando la speranza, vivendo la fraternità evangelica nella carità pastorale».