Chiara Amirante, fondatrice dell'Associazione Nuovi Orizzonti - .
La comunità Nuovi Orizzonti compie 30 anni e festeggerà, il 18 e 19 maggio al palasport di Veroli (Frosinone), con una kermesse di gioia e spiritualità, condotta da don Davide Banzato e Silvia Piasentini, con un videomessaggio di papa Francesco e tanti ospiti, dal cardinale prefetto emerito del Dicastero per i vescovi Marc Ouellet al vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, Ambrogio Spreafico, a personaggi dello spettacolo come Nek, Francesca Fialdini e Sarah Maestri. Una lunga storia fatta di vite che sembravano perdute e che invece sono tornate a risplendere. Oggi questa realtà parla di 231 centri di accoglienza, formazione e orientamento in tutto il mondo, 6 Cittadelle Cielo, 1.020 équipe di servizio e 700mila consacrati “Cavalieri della Luce”. Chiara Amirante è la fondatrice e presidente fino a due mesi fa, quando ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute.
E allora partiamo proprio da qui: come sta e come andrà avanti l’opera da lei fondata?
«Ho problemi di salute da tanti anni e quindi è da un po’ che preparo i vari responsabili a portare avanti questa grande famiglia, come stanno già facendo con passione, entusiasmo e risposta alla chiamata. Poi sono certa che questa non è opera mia, ma di Dio, e che quindi sarà lui a portarla avanti. Sto delegando varie responsabilità, perché la famiglia si è ingrandita e la mia salute è sempre più fragile, però continuo ad esserci. Intanto il Dicastero dei laici ha confermato ad interim tutti i membri del direttivo eletti nel gennaio scorso».
Riavvolgendo il nastro di questi 30 anni, qual è la prima immagine che ritrova?
«La festa del Battesimo di Gesù del 9 gennaio 1994, che è un po’ la nostra data fondativa. Ci ritrovammo con i primi ragazzi raccolti da storie estreme, nell’inferno della stazione Termini a Roma. Anche a chi non credeva o era arrabbiato con Dio, proposi di meditare alcune parole di Gesù e fare una preghiera allo Spirito Santo. E fu la nostra piccola Pentecoste, perché si sciolsero tutti in lacrime».
Oggi invece chi sono i giovani che accogliete?
«Sono quelli che incontriamo nelle scuole, nei quartieri benestanti; perché quella stessa morte che allora vedevi nei ragazzi in overdose, oggi la rivediamo dietro i falsi sorrisi per dimostrare che sei di successo. Ma poi, quando raccontiamo loro le nostre storie di inferno e di resurrezione, in tanti si commuovono e ci raccontano che dietro quel sorriso c’è un cuore ridotto a brandelli».
Quali allora le nuove emergenze?
«Vediamo una grande crescita della sessodipendenza, anche se non ne parla nessuno, che lascia le ferite più grandi. Troviamo tanti ragazzi che da bambini hanno ricevuto abusi e quelli ti segnano per tutta la vita. I giovani cercano gratificazioni a portata di mano ma poi diventano dipendenti: le nuove droghe, la ludopatia, la pornografia, il cibo usato male che porta grandi problematiche. Tanti hanno problemi psicologici, anche a seguito della pandemia, ed è difficile trovare chi non soffre di depressione, ansia, crisi di panico».
L’arte di amare, la conoscenza di se, la guarigione del cuore sono le risposte che proponete: possono bastare, in un mondo che cambia così vorticosamente?
«Siamo creati a immagine e somiglianza di un Dio che è amore e quindi nel nostro cuore c’è un bisogno fondamentale di amare e di essere amati. Quella che proponiamo è una risposta importantissima, ma certo non è sufficiente perché poi bisogna far sì che questo amore si concretizzi nel trovare qualcosa di grande per cui vivere. E allora la solidarietà, il senso di giustizia, la pace, la tutela dell’ambiente non sono solo urgenze che ci interpellano per salvare il mondo, ma anche delle risposte per riempire di senso quello che fai».
Papa Francesco ha sempre mostrato grande affezione per Nuovi Orizzonti: quanto è importante la sua vicinanza?
«È un grandissimo faro in questa notte che stiamo vivendo, ma anche un padre che mi ha accompagnato paternamente in questa avventura che è meravigliosa perché ogni giorno contempliamo miracoli. Le difficoltà non mancano, ma l’accompagnamento di papa Francesco ci dà la conferma sicura della via da percorrere».
Lei ha anche vari incarichi in alcuni Dicasteri: come vede il futuro della Chiesa italiana?
«Stiamo andando verso un secolarismo dilagante; le persone che frequentano la Chiesa tendono ad essere sempre di meno. Però vedo anche una grande sete di spiritualità. Dovremmo essere più attenti alle linee che papa Francesco ci ha dato nella Evangelii Gaudium e già Giovanni Paolo II con l’invito alla nuova evangelizzazione. I ragazzi che vivono da noi non è che restano convertiti da grandi discorsi su Dio, ma dal vedere coetanei pieni di gioia, anche se segnati dall’inferno, e allora dicono: se ce l’ha fatta lui, ce la posso fare anche io».
Come immagina Nuovi Orizzonti fra 30 anni?
«Spero di non immaginarla, ma che saremo sempre docili allo Spirito Santo che sorprende sempre. La grandezza di questi anni è stata proprio quella di non fare programmi ma di essere attenti a quanto nella preghiera lo Spirito Santo ci suggeriva di fare, che sono sempre state delle “pazzie”. Se guardando indietro è un continuo sorprendermi delle migliaia di miracoli che ho visto, penso che ci sarà ancora tanto da sorprendersi».