Monsignor Giacomo Morandi in una foto del 2018 - Archivio Siciliani
È monsignor Giacomo Morandi, del clero di Modena-Nonantola, finora arcivescovo titolare di Cerveteri e segretario della Congregazione per la dottrina della fede, il nuovo vescovo eletto di Reggio Emilia-Guastalla. L’annuncio è stato dato ieri a mezzogiorno nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Reggio Emilia, in contemporanea con la Sala Stampa vaticana e con l’arcidiocesi modenese, accompagnato dal suono delle campane a festa. La scelta di papa Francesco è stata comunicata a Reggio Emilia dal vescovo Massimo Camisasca, nominato contestualmente amministratore apostolico, davanti ad un centinaio di persone tra membri del clero, consacrati e collaboratori della Curia.
Nato a Modena il 24 agosto 1965, Morandi ha conosciuto don Divo Barsotti, decidendo di essere membro della Comunità dei Figli di Dio. Entrato nel Seminario diocesano, ha seguito i corsi di preparazione al sacerdozio ministeriale allo Studio teologico interdiocesano di Reggio Emilia; è stato poi inviato a Roma dove nel 1992 ha conseguito la licenza in scienze bibliche presso il Pontificio Istituto biblico e, successivamente, il dottorato in missiologia ottenuto nel 2008 all’Università Gregoriana.
È diventato sacerdote l’11 aprile 1990 per l’arcidiocesi di Modena-Nonantola, dove è incardinato, mentre il 30 settembre 2017, a Modena, ha ricevuto l’ordinazione episcopale per le mani del vicario del Papa per la diocesi di Roma, il cardinale Angelo De Donatis. Dal 1993 al 2015 ha insegnato Sacra Scrittura nello Studio teologico reggiano. Nell’arcidiocesi modenese, dopo avere svolto vari incarichi pastorali, Morandi è stato nominato vicario episcopale per l’evangelizzazione e la cultura, arciprete del Capitolo della Cattedrale e infine vicario generale, dal 2010 al 2015, continuando a lungo a insegnare Sacra Scrittura al locale Istituto superiore di Scienze religiose. Morandi ha anche insegnato esegesi patristica nell’Atelier di teologia Cardinale Tomáš Špidlík, presso il Centro Aletti di Roma, collegato con il Pontificio Istituto orientale. Nel 2015 è stato nominato sottosegretario della Congregazione per la dottrina della fede, diventandone segretario nel 2017.
Annunciando l’accoglimento della propria rinuncia al mandato episcopale per raggiunti limiti di età, il vescovo Camisasca ha detto che i nove anni di ministero che si compiono «hanno rappresentato per me un vero dono da parte del Signore Gesù Cristo». Poi uno sguardo benevolente al vescovo eletto: «Conosciamo la profondità della sua cultura teologica, biblica e patristica, il suo amore per la Chiesa, la sapienza del suo insegnamento, l’amabilità del suo tratto. Ci prepariamo ad accoglierlo nella preghiera e nella riconoscenza al Signore».
Da parte sua Morandi, che manterrà ad personam il titolo di arcivescovo, ha voluto da subito salutare la Chiesa affidatagli con una lettera in cui esprime la sua «gioia unita ad una certa trepidazione». «Vorrei affidarmi alle parole dell’apostolo Pietro – scrive il vescovo eletto di Reggio Emilia-Guastalla, che ancora a san Pietro s’ispirò per la scelta del motto, “Domine Tu omnia scis” – per orientare il nostro cammino di fede e il mio servizio episcopale. L’apostolo esorta la comunità cristiana “a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in voi” (1Pt, 3,15). Ritengo che questo sia una delle urgenze pastorali che la Chiesa, oggi, deve sapere assumere in tutta la sua portata e forza!». E in un altro passaggio aggiunge: «Evangelizzare la gioia e la speranza: questo mi pare essere il dono più grande che possiamo offrire agli uomini e alle donne che incrociano il nostro cammino, qualunque sia la loro situazione e la loro condizione di vita».