sabato 16 luglio 2022
Sinora parroco a Rovereto, giornalista ed esperto di informazione, ha diretto l'Ufficio Comunicazioni sociali della Cei di cui è stato sottosegretario. «Tra voi per incontrare e lasciarmi incontrare»
Monsignor Ivan Maffeis

Monsignor Ivan Maffeis

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Il Papa ha nominato monsignor Ivan Maffeis arcivescovo metropolìta di Perugia-Città della Pieve. Succede al cardinale Gualtiero Bassetti, nominato 13 anni fa da papa Benedetto XVI nello stesso giorno, quello in cui la Chiesa celebra la festa liturgica della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. «Sotto la protezione della Madre di Dio - comunica la Chiesa umbra - don Maffeis si appresta a diventare il tredicesimo Pastore di questa Chiesa particolare da quando, nel 1882, la Diocesi è stata elevata ad Arcidiocesi per volontà di papa Leone XIII, già vescovo di Perugia per trentaquattro anni».

Finora parroco a Rovereto, Trambileno, Vanza, Noriglio e Terragnolo, in diocesi di Trento, Maffeis è stato direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali e sottosegretario della CEI dal 2015 al 2020. Originario di Pinzolo, nelle Dolomiti, dov’è nato il 18 novembre 1963, è stato ordinato a Trento il 26 giugno 1988.

Giornalista, esperto di mass media e informazione, ha conseguito il dottorato in Scienze delle Comunicazioni sociali all’Università Pontificia Salesiana ed è stato a lungo apprezzatissimo direttore di «Vita Trentina», settimanale della diocesi di Trento, oltre che membro del Consiglio d'amministrazione di Avvenire dove ha portato tutta la sua competenza e sensibilità mediatica.

«Vengo per ascoltare, incontrare e lasciarmi incontrare»

«Offro la disponibilità a incontrare e a lasciarmi incontrare nella maniera più ampia e diretta possibile»: c’è lo stile di Maffeis – semplicemente «don Ivan» per i tanti che l’hanno conosciuto negli anni in tutta Italia per i suoi incarichi nazionali – nella lettera che ha inviato alla diocesi di cui assume la guida e alla quale si rivolge in modo familiare sin dall’incipit («cara gente...»). Sono «semplici righe, stese con l'inchiostro della speranza e della gioia», nelle quali esprime «riconoscenza per il Santo Padre» abbracciando «il Vescovo Marco» (Salvi, amministratore apostolico della diocesi dopo le dimissioni di Bassetti per limiti d’età, il 27 maggio), «il cardinale Gualtiero e gli altri Vescovi della Regione ecclesiastica Umbria», e dicendosi «debitore grato alla mia famiglia, al paese di Pinzolo, alla Chiesa di Trento e, da ultimo, alle parrocchie di Rovereto». È la capacità di ascolto e di empatia con chiunque lo stile umano e pastorale che caratterizza Maffeis, e che emerge nel suo primo messaggio ai perugini: «Vengo fra voi per mettermi in ascolto di questa preziosa terra di santi e di bellezza – scrive –, della quale chiedo con umiltà di divenire figlio; vengo per amare questa Chiesa con tutte le mie forze, in un servizio di preghiera e di dedizione; vengo per condividere – alla luce del Vangelo di Gesù Cristo – "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce" di ciascuno».

Col suo «pensiero affettuoso» vuole raggiungere «in particolare i presbiteri, i religiosi le e religiose; quindi, i malati e quanti, per le ragioni più diverse, sono feriti dalla vita e preoccupati per il futuro» mentre ai «rappresentanti delle Istituzioni civili assicuro il contributo della comunità ecclesiale nella ricerca e realizzazione del bene comune». La serenità, la mitezza, l’umiltà ma anche la passione intellettuale sono altri tratti di don Ivan, che apre le braccia alla sua nuova gente: «Vengo sereno e fiducioso, pur nella consapevolezza della sproporzione tra ciò che sono e la responsabilità che assumo: possano la vostra preghiera e la vostra fraternità accorciare tale distanza e aiutarci a camminare insieme. E allora non mi sarà difficile far miei i sentimenti dell'apostolo Barnaba che "quando giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore" (At 11, 23)». Un pensiero mariano («l'Ausiliatrice, patrona di Rovereto – che a Perugia è venerata come Madonna delle Grazie – ci accompagnerà») conclude la lettera, in attesa della consacrazione episcopale e dell’ingresso in diocesi la cui data sarà fissata e resa nota «nei prossimi giorni».
«Gioia» esprimono i vescovi dell’Umbria che «si stringono fraternamente attorno a monsignor Ivan Maffeis» mentre «gli assicurano il sostegno della preghiera per il nuovo importante ministero ecclesiale affidatogli dal Santo Padre». In una nota la Conferenza episcopale umbra ricorda «la ricca esperienza accumulata dal nuovo Arcivescovo nel lungo servizio alle Chiese che sono in Italia quando prestava la sua opera presso la Segreteria generale della Cei e recentemente come parroco di Rovereto. Sarà un dono prezioso per tutta la Regione ecclesiastica».

Bassetti: una storia sotto il segno di Maria
«Vogliamo affidare il nuovo vescovo alla tutela della Madre Celeste. Vedo in tutto questo una carezza della Santa Madre di Dio anche nei miei confronti». Nel suo intervento per l’annuncio della nomina di Maffeis il cardinale Bassetti ha introdotto questa chiave mariana spiegando che «ventotto anni del mio episcopato sono trascorsi sotto la tutela della Madonna. L'8 settembre è la natività di Maria e io, in questo giorno del 1994, fui consacrato vescovo di Massa Marittima-Piombino; il 21 novembre del 1998, festa della Presentazione al tempio di Maria, fui nominato vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro dove feci ingresso il 6 febbraio 1999, un'altra data mariana, l'inizio della novena della Madonna del Conforto. E, infine, il 16 luglio 2009 fui nominato arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve. E ancora una volta, per una data importante per la mia vita, ma soprattutto per la vita di questa nostra Chiesa, in una data mariana non richiesta, quella del 16 luglio, festa della Madonna del Carmine, ci ritroviamo qui tutti riuniti. Io non credo al caso, credo alla provvidenza di Dio che si muove passo dopo passo nelle persone e nella Chiesa». Ponendo il nuovo arcivescovo «sub tutela Matris», il cardinale Bassetti ha inteso «affidare ancora una volta alla protezione di Maria questa amata diocesi e tutti coloro che ne sono figli». A Maffeis, che «per quasi tre anni è stato mio prezioso collaboratore alla Cei», Bassetti ha augurato «di poter donare tutto se stesso, come ha sempre fatto nei delicati impegni pastorali che è stato chiamato a svolgere. Questa Chiesa, come ci raccomanda papa Francesco, ha bisogno di un Pastore "con il profumo delle pecore" e mi auguro che tale sia don Ivan».

L’arcivescovo di Trento, Tisi: un uomo con profonda passione per l’anuncio

Di «giorno di grande gioia per tutta la chiesa di Trento e mia personale» ha parlato l’arcivescovo della diocesi trentina Lauro Tisi. «Con don Ivan, oltre alle comuni origini nell'amata Val Rendena – ha aggiunto –, ci lega fin dai tempi della scuola media amicizia e familiarità. La scelta di papa Francesco trova in don Ivan un uomo animato da profonda passione per l'annuncio del Vangelo, per le persone e le relazioni, dimensioni vissute sempre con grande generosità. Tornato in Trentino dopo gli anni di impegno romani, don Ivan si è messo a disposizione della nostra Chiesa convinto che qui avrebbe continuato a esercitare il suo ministero. Ma i piani del Signore non sono i nostri. Ora don Ivan entra a far parte di quella Conferenza episcopale che ha servito per molti anni con intelligenza, saggezza e creatività, doti che metterà a frutto nel futuro ministero episcopale. È bello che un figlio della nostra Chiesa vada ad arricchire la Chiesa di Perugia-Città della Pieve in Umbria. Una terra nella quale operò un grande vescovo trentino, il benedettino monsignor Giuseppe Placido Nicolini, vescovo di Assisi per quasi cinquant'anni (1928-1973). Insieme a don Ivan abbiamo concordato che la dimensione affettiva deve lasciare il passo allo spirito ecclesiale. Per questo, siamo entrambi convinti che il luogo ideale della sua ordinazione debba essere la Chiesa di Perugia, che attende di abbracciarlo come nuovo vescovo».


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