Il cardinale Augusto Paolo Lojudice - Siciliani
Nel primo messaggio alla sua nuova comunità diocesana, parla di un “capitolo” che sicuramente arricchirà «la mia e la nostra esperienza di Chiesa».
Ieri il Papa ha nominato vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, unendo “in persona episcopi” le due diocesi. L’espressione latina indica che è un unico pastore a esercitare il ministero episcopale in due o più Chiesa particolari, mentre rimangono inalterate le strutture di ciascuna, come ad esempio le cattedrali, gli uffici di curia e gli organismi di partecipazione. Un cammino comune che il porporato richiama nella sua lettera di saluto e presentazione. «Non faccio fatica – scrive Lojudice – a vedere nelle due Chiese, nelle due diocesi, due Chiese sorelle, con un territorio comune, una storia comune, una storia che ritorna, di avvicinamento e incontro. Credo che per tutti quanti noi si allarghi una prospettiva, si aprano altre esperienze di vicinanza, di prossimità, di collaborazione non per unificare o peggio ancora appiattire ma per integrare, per ottimizzare, per condividere forze, energie ed esperienze che potranno aiutare tutti a camminare insieme sulle vie del Vangelo».
Nato a Roma il 1° luglio 1964, Lojudice è stato ordinato sacerdote il 6 maggio 1989. Già parroco, per nove anni padre spirituale al Pontificio Seminario Romano Maggiore, è stato eletto vescovo titolare di Alba Marittima e ausiliare di Roma il 6 marzo 2015 ricevendo la consacrazione episcopale il 23 maggio successivo. Il 6 maggio 2019 la nomina ad arcivescovo metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino di cui ha preso possesso canonico il 16 giugno seguente. È stato creato cardinale nel Concistoro del 28 novembre 2020 con il titolo di Santa Maria del Buon Consiglio. Adesso l’incarico di guida pastorale anche di Montepulciano- Chiusi-Pienza dove subentra a monsignor Stefano Manetti neo vescovo di Fiesole, cui è legato, scrive Lojudice da «una bella amicizia».
Nel suo messaggio il porporato si rivolge inoltre alle parrocchie e alle comunità, (vorrei «poterle conoscere come sono»), auspicando di «riuscire a condividere almeno un po’ la vita di tutti i confratelli sacerdoti», dedica un pensiero particolare alle famiglie, specie a quelle che portano un peso, guarda ai migranti e agli esponenti di altre fedi e ai non credenti, si rivolge a ragazzi e ragazze con un passaggio della Christus vivit: «essere giovane è una gioia, un canto di speranza, un momento prezioso e non solo una fase di passaggio» perché un giovane «è una promessa di vita, non un tempo di passaggio». Un abbraccio collettivo, se così si può dire, da leggere nella dimensione, come già detto, delle Chiese sorelle e che pur nell’evidenza di un servizio che si appesantisce, Lojudice è desideroso di vivere in pienezza.
«Sarà un impegno – aggiunge – che mi porterà sicuramente a correre ancora di più: proverò a farlo volentieri e con serenità, consapevole dell’azione della grazia di Dio e dell’aiuto e del contributo di tutti quanti voi, popolo di Dio, sacerdoti e laici». E proprio al cammino di comunione fa riferimento l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori nel commentare la nomina fatta da papa Francesco. «La scelta di unire “in persona episcopi” le due diocesi – scrive il presidente della Conferenza episcopale toscana – consente di sperimentare ancora più concretamente alle Chiese toscane la comunione, la missione, il dialogo, la partecipazione, nella traccia del più generale Cammino sinodale che abbiamo intrapreso come Chiesa italiana. Le doti umane, spirituali e pastorali del fratello vescovo Paolo sapranno guidare il gregge e il clero delle due sedi in unione, valorizzandone la storia e le peculiarità. Lo accompagniamo – conclude Betori – con la preghiera sincera e l’affetto affinché il Signore sostenga il suo ministero e il suo servizio».
Lojudice farà il suo ingresso nella nuova diocesi il prossimo 3 settembre.