martedì 6 agosto 2024
Oggi è l’anniversario della morte del Papa che fu collaboratore di Pio XI e Pio XII e timoniere del Vaticano II. Il documento pubblicato sul nuovo numero del "Notiziario"
Un inedito di Paolo VI sulle donne e Maria: il testo autografo
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Un foglio autografo, non datato, ma riconducibile al periodo del pontificato, conservato in una cartelletta insieme ad altri appunti mariani. Due paragrafi contrapposti, preceduti dal quarto verso dell’Ave Maria – “Tu sei benedetta fra le donne” – il saluto di Elisabetta che funge da titolo al testo centrato sulla relazione fra le donne e la Madonna. Le prime configurate nel sentire comune dell’epoca, teso a esaltare la bellezza esteriore, piuttosto che aspetti oggi associabili a termini come cura o ispirazione. La seconda vista con lo sguardo del credente capace di riconoscere il ruolo della Madre di Dio e la sua collaborazione al suo piano salvifico.

Un'immagine di Paolo VI

Un'immagine di Paolo VI - ANSA/ANSA/OLDPIX

È quanto presenta l’appunto inedito montiniano (riportato in questa pagina) che appare sul nuovo numero del “Notiziario” dell’Istituto Paolo VI, il Centro internazionale di studi e documentazione promosso dall’Opera per l’educazione cristiana di Brescia, che lo ha pubblicato alla vigilia dell’anniversario della morte di papa Montini (6 agosto 1978), corredato da un interessante commento di suor Linda Pocher. Glosse – queste della religiosa docente alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’educazione “Auxilium” di Roma – che collocano il breve scritto, sia nel quadro della «connessione Maria-femminile/ femminile-Maria» (leit-motiv nella storia del pensiero cristiano), sia delle riflessione del pontefice alla base del magistero sulla «vera dignità della donna» (tema legato anche ai tentativi di contrasto di Paolo VI nei confronti delle rivendicazioni femministe fra gli Anni ’60 e ’70).

Lo scritto costituisce una riflessione indubbiamente segnata anche dalla lettura del saggio di Gertrud von Le Fort “La Donna eterna” (con le tre forme atemporali della vita femminile “virgo, sponsa, mater”) dal quale Paolo VI si stacca con tratti di originalità. Non usa il termine “sposa”, inserisce quello di “sorella” presente poi in tutta la sua mariologia, e ben accolto – nota Pocher – «nella mariologia postconciliare, anche in quella di matrice femminista”. Un termine – “sorella” – che si connota inoltre di una dimensione comunitaria, avvicinandoci la figura di Maria, immergendola nella nostra umanità, allontanandola da stereotipi caricaturali e rischiose idealizzazioni.

Questi ed altri spunti ripresi in varie occasioni – pubbliche come l’Angelus dell’8 dicembre 1969 dedicato all’Immacolata Concezione, o private, come un incontro con il filosofo Jean Guitton il 12 settembre 1968 dopo l’enciclica Humanae Vitae – confermano soprattutto – osserva ancora Pocher – l’affermazione del teologo Gianni Colzani secondo il quale «Paolo VI ha spinto consapevolmente la devozione mariana fino al punto di incontro tra la tradizione della dottrina e della morale cattolica e le istanze del mondo contemporaneo» cogliendo in Maria «il vertice della partecipazione creaturale alla vita e ai misteri della vita di Gesù».

Non è tutto. Dalle note del Papa che scrisse l’esortazione apostolica Marialis cultus, all’anniversario di una sua tappa biografica rilevante. Fra i contributi più interessanti del nuovo “Notiziario”, va segnalato infatti un corposo saggio sull’ingresso nell’ottobre 1924 – cent’anni fa – di Montini nella Segreteria di Stato in Vaticano, ricostruito dal presidente dell’Istituto Paolo VI, don Angelo Maffeis, alla luce di nuovi documenti dell’Archivio Apostolico Vaticano. A conferma della collaborazione intrattenuta con monsignor Giuseppe Pizzardo da parte del futuro Papa allora assistente ecclesiastico del Circolo romano della Fuci, ma soprattutto della proposta rivolta a Montini da padre Agostino Gemelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, affinché diventasse «assistente ecclesiastico» per gli studenti nel neonato ateneo milanese. Un invito già anticipato a don Battista dal fratello Lodovico e per il quale padre Agostino chiede un placet a monsignor Pizzardo. «[…] Mi viene detto che il Montini viene assunto dalla Segreteria di stato. Per questo Le prospetto il problema. Ciò che Ella deciderà sarà per me un comando. Avrei più caro però sapere presto una decisione. L’assistente degli studenti è più importante di venti professori per la formazione dei giovani [..]». Così il francescano al prelato romano il 4 settembre 1924. L’insistenza di padre Gemelli, quasi due mesi dopo, è ben documentata, benché indirettamente, dalla lettera a Pizzardo dell’assistente ecclesiastico generale della Fuci monsignor Luigi Piastrelli, datata 23 ottobre 1924, il giorno precedente alla presa di servizio di don Battista in Vaticano. Nel timore che Gemelli, da lui incontrato, insistesse nel suo intento («Ho saputo anche che, se trovasse difficoltà, è disposto a farne richiesta direttamente al Santo Padre»), Piastrelli non esitò a responsabilizzare Pizzardo affinché s’interessasse «efficacemente» a far sì che don Montini potesse «ancora seguitare a prestare l’opera sua preziosa» a Roma. Là dove pastorale universitaria e diplomazia vaticana avrebbero forgiato il «sacerdote di Cristo» collaboratore di Pio XI e Pio XII, successore di Giovanni XXIII e timoniere del Concilio Vaticano II.

La Madonna, figura perfetta»: il testo autografo

«Maria
benedicta Tu in mulieribus

La tendenza della psicologia moderna verso la Donna è quella di considerare l’avvenenza esteriore ed ora istintivamente quella fisica, per averne fascino professionale, e meno quella di riconoscere in lei la funzione ideale e vitale di sorella, di vergine, di madre, di “auditorium simile sibi [”], degna perciò d’ogni ammirazione e rispetto, e d’un amore che per essere finalizzato al prodigio della procreazione, della vita umana nuova, dovrebbe essere governato dalla legge trascendente del sacro, dell’unico, del perenne, del totale.

La Madonna suscita invece in chi la riconosce nel disegno del Vangelo e della Redenzione un primo e dominante sentimento della figura perfetta e tipica, sotto ogni aspetto, quello spirituale sopra ogni altro, quello del puro riflesso del Pensiero creante e santificante di Dio che immacolata, piena di grazia, specchio dell’invisibile bellezza dello Spirito, ottima, tipica, dolcissima la vuole per essere la madre, la genitrice del Verbo che in lei si fa carne, Figlio dell’uomo da Figlio di Dio ch’Egli è, Cristo».

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