domenica 19 febbraio 2023
L’arcivescovo Repole: segno nel mondo da duemila anni del racconto di Gesù Cristo. Il progetto prevede quattro puntate visibili in tv e sui siti
Giovani davanti al telo della Sindone durante l'ostensione dello scorso luglio

Giovani davanti al telo della Sindone durante l'ostensione dello scorso luglio - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

«Il grande interesse che c’è nei confronti della Sindone non viene tanto dal Telo in se stesso: ma dal fatto che da duemila anni c’è nel mondo il racconto di Gesù Cristo, la testimonianza dei primi discepoli e della Chiesa vivente». L’arcivescovo di Torino, Roberto Repole, ha presentato così la nuova webserie «La Sindone di Torino», realizzata da Officina della Comunicazione in collaborazione con l’arcidiocesi del capoluogo piemontese. È l’avventura della fede il cuore del «mistero» della Sindone: le questioni scientifiche e storiche passano in secondo piano di fronte a una immagine che interroga le coscienze, dei credenti come di ogni uomo.

Il documentario è un prodotto pensato e realizzato per essere disponibile su piattaforme diverse, dalla televisione ai siti. In quattro puntate di nove minuti ciascuna vengono affrontate le principali problematiche religiose e scientifiche collegate al Telo, avendo sempre presente la sua realtà primaria: essere cioè un’immagine, un oggetto che rimanda ad altro. Alle porte della Quaresima, i contributi sulla Sindone possono fornire un utile «cammino » per riprendere le fila di una riflessione su Gesù Cristo.

Nei video il custode pontificio della Sindone, che è appunto l’arcivescovo di Torino, e il professor Gian Maria Zaccone, direttore del torinese Centro studi sulla Sindone, conducono una riflessione che esplora i vari aspetti del Telo, mentre le riprese in alta qualità permettono di entrare a contatto con l’immagine.

Zaccone ha evidenziato come la storia della Sindone si sia «fatta» attraverso un percorso di fede e devozione che ha incrociato sempre là ricerca scientifica, soprattutto dopo la scoperta del «negativo» emerso dalla prima fotografia di Secondo Pia nel 1998.

La Fondazione bancaria Ctr (Cassa di Risparmio di Torino) ha sostenuto il progetto: il suo presidente Giovanni Quaglia ha ricordato l’impegno della fondazione per valorizzare quegli aspetti e quei percorsi che sul territorio piemontese raccontano una religiosità radicata e profonda.

La prima puntata è stata presentata venerdì al Polo teologico torinese: oltre agli interventi di Repole e Zaccone, è stato presentato un videomessaggio di monsignor Dario Edoardo Viganò, attualmente vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, che ha collaborato all’elaborazione del progetto.

Presenti a Torino anche il regista Omar Pesenti e i produttori Nicola Salvi ed Elisabetta Sola. Il lavoro di Officina della Comunicazione viene veicolato primariamente attraverso Vativision, la piattaforma di streaming on demand che mette a disposizione un’ampia gamma di contenuti su tematiche culturali e religiose, come ha sottolineato il presidente Luigi Tornari. La prima puntata è già disponibile, oltre che su Vativision, sui siti dell’arcidiocesi di Torino e di altre diocesi italiane (fra cui quella di Milano), oltre che sul web de La Stampa e sulla rete della Fisc, la Federazione dei settimanali cattolici

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: