venerdì 13 settembre 2024
Il Santo è il fondatore della diocesi di Singapore. Arrivò in Malacca, l'antico nome della zona, nel 1545...
Il Papa a Singapore

Il Papa a Singapore - ANSA

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La diocesi di Singapore ha un fondatore illustre, san Francesco Saverio, ma una storia travagliata. Il santo arrivò in Malacca, l'antico nome della zona, nel 1545. E nel 1558 il territorio venne elevato a diocesi, suffraganea di Goa, in India. Ma con l'occupazione degli olandesi, calvinisti, il culto cattolico fu vietato. Bisognerà aspettare fino al 1819, in seguito all'acquisto di Singapore da parte della Compagnia britannica delle Indie orientali, per vederlo ripristinato.

Due anni dopo, all'arrivo del primo missionario, si contavano appena 12 fedeli, saliti a 200 nel 1829 e a 500 nel 1838. Da allora in poi su e giù come sulle montagne russe. La diocesi di Malacca venne divisa in due giurisdizioni, una posta sotto l'autorità del vescovo di Macao, colonia portoghese, l'altra sotto il vicario apostolico di Ava e Pegu nella Birmania controllata dai francesi. Soppressa nel 1840, sostituita nel 1841 dal vicariato apostolico del Siam Occidentale, poi Malacca-Singapore, la diocesi venne ripristinata nel 1888 e finalmente anche i missionari francesi e portoghesi cominciarono a lavorare insieme. Una diocesi a intermittenza, la si potrebbe definire, anche se da lì in poi la luce non si è più interrotta. Anzi, ha brillato anche in occasioni infauste come la feroce - ancorché relativamente breve - occupazione giapponese dal 1942 al 1945, nel pieno del Secondo conflitto mondiale.

Durante quel periodo la Chiesa di Singapore subì pesanti persecuzioni. Nel dopoguerra però la rinascita e l’intensificarsi delle opere sociali. Nel 1972 Singapore è stata elevata ad arcidiocesi e nel 2002 ha ricevuto il primo cardinale della sua storia, l’attuale arcivescovo William Goh Seng Chye. “Historia magistra vitae”, si suol dire. Ebbene, che cosa insegna la storia della diocesi di Singapore? Innanzitutto che a volte l’efficacia della missione è inficiata più dalle divisioni interne al mondo cattolico che dalle persecuzioni.

E che al contrario l’unità, pur nella diversità, è sempre il motore più potente della diffusione del Vangelo. Francesco l’ha detto in lungo e in largo in questo suo viaggio apostolico in cui ha toccato società e (di riflesso) anche Chiese-mosaico, per la presenza di tante etnie, di tante lingue, di tante culture. Anche la Chiesa di Singapore, che oggi conta poco meno di 180mila fedeli, cioè il 3 per cento della popolazione, lo testimonia. Una Chiesa in crescita e tra le più attive del sud-est asiatico, dicono le statistiche. Non solo per l’affluenza di lavoratori stranieri, soprattutto dalle Filippine. Insomma, la diocesi a intermittenza è diventata un faro nel campo della carità, dell’educazione, della sanità, come in sostanza ha riconosciuto ieri il Papa. È ancora grande come un granello di senapa. Ma chissà che non ne segua il destino evangelico.

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