lunedì 30 settembre 2024
Ogni settimana uno spazio dedicato alla riflessione personale con l'aiuto di testimoni della fede e maestri spirituali. Oggi sull'impegno ad avere cura della grande bellezza del creato
In virtù della loro bellezza le foreste sono in sé stesse una lode a Dio

In virtù della loro bellezza le foreste sono in sé stesse una lode a Dio - ICP

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Un bel canto liturgico tratto dal salmo, recita: «Voi tutte opere del Signore, benedite il Signore». Ed è proprio così: ogni volta che le si dà modo di vivere in pienezza la sua armonia, la natura è in sé stessa una lode a Dio. Diverso il destino del patrimonio ambientale quando l’uomo per imperizia o ignoranza lo sfrutta fino a devastarlo non capendo di rovinare in questo modo il proprio futuro, fino a cancellarlo. Il tema, come ognuno di noi sa, è quanto mai attuale, soprattutto in questi giorni dell’anno che le Chiese cristiane dedicano al “Tempo del Creato”. Un periodo che va dal 1° settembre, giornata mondiale di preghiera per la cura del creato al 4 ottobre festa di san Francesco d’Assisi patrono dell’ecologia. Un tempo per riflettere in modo speciale sulla necessità di prendersi cura del pianeta e di adottare azioni concrete per la sua conservazione. Il Clai (Consiglio Latino-americano delle Chiese) ha tradotto questo impegno in un’originale preghiera, in un Padre nostro per così dire “ecologico”.

«Padre nostro che sei nei cieli,
tu vivi anche nell’aria, nel suolo, nelle foreste e negli oceani.
Sia santificato il tuo nome, nella cura che abbiamo della tua creazione.
Venga il tuo regno, su tutto ciò che vedi con occhi buoni.
Sia fatta la tua volontà, in terra come in cielo, di creare e conservare.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano perché tutte le persone
possano avere abbastanza per vivere in pienezza.
E rimetti a noi i nostri debiti, la nostra ambizione, il nostro sfruttamento,
la nostra mancanza di cura per le altre specie e le generazioni future,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
riconciliandoci con la giustizia e la pace.
E non ci abbandonare alla tentazione
di trasformare la custodia in sfruttamento,
ma liberaci dal male che distrugge il dono della tua creazione.
Perché tuo è il regno, tuo, Signore, e non nostro,
e la potenza e la gloria, nella croce e nella risurrezione.
Nei secoli dei secoli tu sei il principio e sarai la fine.
Amen».

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