Calco (Lecco): il Gruppo Shekinah a Villa Grugana, a giugno 2023, durante la registrazione del cd “Come rugiada” - .
Giovani missionari fra i giovani con il canto, la musica, la recitazione, la danza. E la preghiera. Giovani che si fanno voce e volto della presenza di Dio tra gli uomini, perché Dio possa trovare dimora nella vita, nelle parole, nella cultura dei giovani d’oggi. Come suggerisce il nome di questo gruppo di cantanti e musicisti nato in diocesi di Milano: “Shekinah”. Nelle scorse settimane è uscito il loro quarto cd, “Come rugiada”. Come i precedenti «nasce da un cammino di vita condiviso fatto di amore per la musica, di ascolto della Parola di Dio, di preghiera, amicizia, fraternità, ed esprime il desiderio di essere al servizio della Chiesa e dell’evangelizzazione» spiega don Bortolo Uberti, sacerdote della diocesi di Milano – che da sempre scrive i testi dei canti ed è guida spirituale del Gruppo Shekinah mentre Filippo Bentivoglio lo dirige e compone le musiche.
«La nostra storia inizia a prendere forma vent’anni fa, nel 2004, quando si volle creare un gruppo per animare le veglie dei giovani nel Duomo di Milano, la Traditio e la Redditio Symboli», racconta don Uberti. «Ero coadiutore, collaboravo con la Pastorale giovanile e misi assieme un gruppo che svolgesse quel servizio coinvolgendo ragazzi delle parrocchie e studenti universitari, milanesi di nascita e d’adozione. Il nome Shekinah venne presto: preso dalla tradizione biblica, significa “la dimora di Dio tra gli uomini” ed evoca lo splendore della sua presenza nel cammino del suo popolo».
Col nome, il gruppo ha un’identità e uno stile peculiari, sottolinea don Uberti – già responsabile diocesano della Pastorale universitaria dal 2006 al 2016, oggi responsabile della comunità pastorale “Charles de Foucauld”, alla periferia di Milano. «Non abbiamo mai voluto formare “solo” un coro, ma un gruppo che attraverso la musica e il canto aiutasse i giovani a vivere un’esperienza di amicizia e spiritualità, un servizio alla Chiesa per aiutare altri giovani a pregare bene e con entusiasmo – scandisce il sacerdote –. Perciò, oltre a prestare servizio nelle celebrazioni diocesane, teniamo molti “concerti-meditazione” nelle parrocchie, anche a partire da temi chiesti da loro. Sono esperienze di evangelizzazione che chiamano i nostri giovani a farsi missionari fra i coetanei. E la nostra attività non è fatta solo di prove e di esibizioni ma anche di preghiera e di ascolto della Parola. Ogni mese dedichiamo una sera alla lectio, ogni anno teniamo uno o due ritiri spirituali. A Natale e Pasqua animiamo le Messe nel carcere di San Vittore. E negli anni abbiamo vissuto esperienze di volontariato come i campi di lavoro in Terra Santa, nel Libano, in Albania. Abbiamo animato attività con i ragazzi sul modello dell’oratorio estivo, abbiamo fatto concerti. E sono nate amicizie, come col Caritas Baby Hospital di Betlemme. Abbiamo animato la “parte ambrosiana” di tre Gmg, Madrid, Cracovia e Lisbona, e abbiamo cantato nel 2018 al Circo Massimo, all’incontro di papa Francesco con i giovani. Oggi il gruppo è formato da 60 cantanti e dieci musicisti. Dall’inizio credo che ne siano passati almeno 300. E c’è anche chi ha trovato l’anima gemella e l’ha sposata...».
Il primo cd è del 2005: “Tu sei luce”. Sono poi arrivati “Basterà una voce” (2011) e “Leggero sorriso di grazia” (2015), infine “Come rugiada”. In mezzo un cd di brani di altri autori: “Sei fuoco e vento”. Anche lavorare a un cd è esperienza di fraternità. «L’ultimo lo abbiamo registrato a Villa Grugana, una casa del Pime a Calco (Lecco), nel giugno 2023. Tre giorni di lavoro, preghiera, Messe e pasti condivisi in amicizia», testimonia don Uberti. «Anche i nostri canti nascono da esperienze condivise: “Pescatori di stelle” dal campo di lavoro a Blinisht, in Albania; “Ti parlerò nel sogno” dalla meditazione di papa Francesco al Circo Massimo. Lo stesso accade con la Parola di Dio meditata insieme. È il caso, nell’ultimo cd, del brano “Osea Undici”, nato dopo un ritiro spirituale sul capitolo 11 di Osea. “Come un bambino” si ispira al Salmo 131, “Sul lago di Pasqua” al capitolo 21 di Giovanni. I nostri non sono canti liturgici in senso stretto, ma canti spirituali. Anche se ci sono brani, come “Sarò testimone”, che sono entrati nell’uso liturgico delle nostre comunità».