Non è facile superare un'ingiustizia: ci si sente tristi e soli - ICP
A volte può essere difficile come scalare in solitudine e senza ossigeno una montagna altissima. Perdonare chi ci ha fatto un torto è probabilmente l’impresa più ardua che possa essere chiesta a una persona. Però è necessaria, se si vuole evitare quella pesantezza del cuore che avvelena la vita, innanzitutto nostra ma anche degli altri. Di qui la richiesta d’aiuto che sale dal cuore dell’uomo a Dio: affidiamo a Lui la nostra debolezza. Ci aiuta in questa riflessione la testimonianza di Henri Jozef Machiel Nouwen (1932-1996) noto teologo e scrittore spirituale olandese:
«Siamo tutti persone ferite. Chi ci ferisce? Molto spesso coloro che amiamo e che ci amano. Quando ci sentiamo respinti, abbandonati, maltrattati, manipolati o violati, spesso questo viene soprattutto da persone che ci sono molto vicine: i genitori, gli amici, gli sposi, gli amanti, i figli, i vicini, gli insegnanti, i pastori.
Coloro che ci amano ci feriscono anche. È questa la tragedia della nostra vita, ed è questo che rende così difficile perdonare di cuore. È proprio il nostro cuore ad essere ferito.
Esso grida: “Proprio tu, che credevo mi saresti stato vicino, mi hai abbandonato. Come potrò mai perdonarti per questo”.
Il perdono sembra spesso impossibile, ma niente è impossibile a Dio. Il Dio che vive in noi ci darà la grazia di andare al di là del nostro io ferito per dire: “Nel nome di Dio sei perdonato”. Preghiamo per ricevere questa grazia».