lunedì 30 maggio 2022
Si prospetta un collegio cardinalizio sempre più targato Papa Francesco, sempre più internazionale, con un maggior peso dell’Asia
Un concistoro che guarda sempre più al mondo

Siciliani

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Si prospetta un collegio cardinalizio sempre più targato Papa Francesco, sempre più internazionale, con un maggior peso dell’Asia a cui corrisponde una minore incidenza europea e in particolare italiana. Ieri infatti il Pontefice ha annunciato che il prossimo 27 agosto – sabato, memoria liturgica di santa Monica, mamma di Agostino – terrà un concistoro per la creazione di 21 nuovi cardinali, di cui 16 elettori e 5 ultraottantenni. Annuncio, come di consueto, a sorpresa. Per gli interessati e anche per i media (vaticani non esclusi).

A fine agosto, sic rebus stantibus, i porporati diventeranno quindi 229, di cui 132 votanti (non computando tra questi il cardinale Angelo Becciu). Il numero è ben superiore al tetto di 120 fissato, e sempre rispettato, da Paolo VI. Ma sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI lo hanno più volte oltrepassato. Bisogna tener conto, tuttavia, che nel giro di due mesi quattro elettori raggiungeranno gli 80 anni facendo scendere a 128 gli elettori. Per lo stesso motivo entro settembre 2023 al massimo il numero di votanti scenderà alla cifra canonica di 120.

Dopo il concistoro di fine agosto gli elettori creati da Francesco saranno 83 su 132 (scenderanno a 82 a fine anno), 38 quelli fatti da Benedetto XVI (ma caleranno a 34 a fine anno e a 29 nel settembre 2023), 11 quelli di Giovanni Paolo II (10 a fine anno e 9 a settembre ’23).

Tra i 16 nuovi elettori si registrano 6 ordinari in terre d’Asia (di cui 2 indiani, mentre uno di loro è il vescovo missionario piemontese Giorgio Marengo, che con i suoi 48 anni diventerà il cardinale più giovane), 4 europei (tra cui il vescovo di Como Oscar Cantoni, 72 anni), 3 latinoamericani (di cui due brasiliani), 2 africani, 1 dagli Usa.

A fine agosto la distribuzione geografica dei 132 elettori sarà quindi questa: Europa 53 (scenderanno a 50 a fine anno e a 44 entro settembre ’23), America latina 24 (scenderanno a 21 entro fine anno), Asia 21, Africa 17, Nord America 14, Oceania 3. In particolare gli italiani (senza contare Marengo) saranno 20, ma caleranno a 18 al termine dell’anno e a 13 a fine settembre ’23 (10 dei quali fatti da Francesco). Come secondo Paese con più cardinali votanti si rafforzano gli Stati Uniti che ne conteranno 10 (5 dei quali creati da Francesco). Poi gli spagnoli con 6 (5 “francescani”), i brasiliani con 6 (4 nominati da papa Bergoglio). Quindi francesi e indiani con 5; canadesi con 4; messicani, polacchi, portoghesi e tedeschi con 3 ciascuno.

Con il nuovo Concistoro avranno per la prima volta un cardinale il Paraguay (Adalberto Martinez Flores, arcivescovo di Asuncion, 71 anni), Singapore (William Seng Chye Goh, 65 anni), la Mongolia (1.359 cattolici) e Timor Est (il salesiano Virgilio do Carmo da Silva, arcivescovo di Dili, 55 anni).

Per la prima volta un cardinale anche nelle arcidiocesi di Manaus in Brasile (il francescano Leonardo Ulrich Steiner, 72 anni) e di Hyderabad e Goa e Damao in India (rispettivamente Anthony Poola, 61 anni, e Felipe Neri Antonio Sebastiao do Rosario Ferrao, 69 anni). E nelle diocesi di San Diego (Robert Walter McElroy, 68 anni), Ekwulobia in Nigeria (Peter Ebere Okpaleke, 59 anni), Wa in Ghana (il padre bianco Richard Kuuia Baawobr, 63 anni). Invece arriveranno in arcidiocesi più volte guidate da un cardinale il francese Jean-Marc Aveline (Marsiglia, 64 anni) e il brasiliano Paulo Cezar Costa (Brasilia, 55 anni).

Il vescovo di Como, diocesi suffraganea di Milano (che ha avuto un cardinale come arcivescovo dal 1894 al 2017), torna a vestire la porpora dopo più di tre secoli. L’ultimo infatti fu Carlo Stefano Anastasio Ciceri (1618-1694).

Particolarmente significative le porpore assegnate negli Stati Uniti, in Nigeria e in India. McElroy fu segretario particolare dell’arcivescovo John R. Quinn, figura di spicco della componente liberal progressista della Conferenza episcopale statunitense (Usccb) di cui fu presidente nel triennio 1977-1980. Il nuovo cardinale a stelle e strisce viene poi da San Francisco (vi è stato ausiliare) dove l’attuale arcivescovo, il conservatore Salvatore J. Cordileone, ha di recente inibito alla leader democratica Nancy Pelosi di ricevere la comunione perché pertinacemente favorevole a riconoscere e promuovere il diritto d’aborto. Secondo i commentatori americani la scelta di McElroy è un chiaro segnale all’episcopato Usa in vista delle prossime delicate elezioni dei vertici Usccb che si terranno a novembre. Monsignor Okpaleke invece è stato protagonista suo malgrado di una storia particolare. Nominato vescovo di Ahiara nel dicembre 2012, non ha mai potuto prendere possesso della diocesi per l’opposizione di natura tribale del clero. Nel 2018 Francesco ha deciso di accettare le sue dimissioni senza nominarvi un nuovo vescovo. Ieri, dopo avergli assegnato una nuova diocesi, lo ha preconizzato cardinale. Il nuovo cardinale a Hyderabad poi sarà il primo “dalit”, cioè proveniente da una famiglia “fuori casta”. Una svolta storica per l’India, dove anche di recente ci sono state forti proteste di fedeli che si lamentano per il basso numero di vescovi dalit.

In attesa di conoscere come si configurerà la nuova Curia romana a partire da sabato prossimo, quando entrerà in vigore la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, tra gli annunciati 16 nuovi cardinali elettori Francesco ha annoverato anche due capidicastero di recente nomina (l’inglese Arthur Roche, 72 anni, prefetto al dicastero del Culto divino e il focolarino coreano Lazzaro You Heung-sik, 71 anni, prefetto al Clero) nonché il governatore dello Stato della Città del Vaticano (lo spagnolo Fernando Vergez Alzaga, 77 anni, dei Legionari di Cristo, già segretario particolare del compianto cardinale argentino Eduardo Pironio). Nonostante queste tre nomine il peso della Curia nel collegio cardinalizio è destinato a diluirsi ulteriormente. A fine agosto i cardinali elettori con incarichi romani – in attività o emeriti – saranno 33 su 132, ma scenderanno a 28 (su 120) nel giro di tredici mesi.

Il 27 agosto Francesco assegnerà la porpora anche a 5 cardinali ultraottantenni, tre dei quali italiani: il colombiano Jorge Enrique Jimenez Carvajal (arcivescovo emerito di Cartagena ed ex presidente del Celam, 80 anni compiuti a marzo); il salesiano belga Lucas Van Looy (vescovo emerito di Gent, 81 anni); il piemontese Arrigo Miglio (arcivescovo emerito di Cagliari, 80 anni da compiere a luglio); il gesuita romano Gianfranco Ghirlanda (canonista, 80 anni da compiere a luglio); il canonico di San Pietro monsignor Fortunato Frezza (nato a Roma e originario della Tuscia laziale, 80 anni compiuti a febbraio). Particolarmente significativa la nomina di Ghirlanda, che è stato il grande architetto della nuova Costituzione sulla Curia Romana per quanto riguarda gli aspetti giuridici e specialmente per la decisione di legare la potestà giurisdizionale non più al sacramento dell’ordine ma al mandato papale in modo così da favorire una più ampia associazione di laiche e laici ai vertici dei dicasteri vaticani. Ghirlanda poi ha anche sostenuto la tesi che il modo più appropriato di definire chi ha rinunciato al Pontificato è quello di “vescovo emerito di Roma”.

Infine il peso di consacrati nel Collegio cardinalizio che si configurerà a fine agosto. Con il prossimo concistoro il numero di appartenenti a congregazioni religiose salirà a 53, 26 dei quali elettori. I salesiani saliranno a 11 (di cui 5 votanti), i gesuiti a 7 (ma i votanti rimangono 4), i frati minori e i padri bianchi avranno di nuovo un elettore. L’italiano Marengo sarà il primo missionario della Consolata a vestire la porpora. Così come Vergez Alzaga sarà il primo appartenente ai Legionari di Cristo a farlo.

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