Papa Francesco apre l'Incontro mondiale delle famiglie - Ansa
«Vorrei che proprio questo fosse per voi la Chiesa! Un buon samaritano che si fa vicino a voi e vi aiuta a proseguire il vostro cammino e a fare “un passo in più”, anche se piccolo». «Un passo in più» verso il matrimonio. «Un passo in più» per abbracciare la croce. «Un passo in più» verso il perdono. «Un passo in più» verso l’accoglienza. E «un passo in più» verso la fratellanza. Roma, Aula Paolo VI. Papa Francesco introduce così il X Incontro mondiale delle famiglie che si celebra nell’Urbe, ma anche nelle altre diocesi del mondo fino a domenica prossima. Lo fa nell’ambito dell’evento di apertura, il festival delle famiglie intitolato “The beauty of family”. Per articolare i cinque “passi in più” il Pontefice prende spunto dalle testimonianze ascoltate.
“Un passo in più” verso il matrimonio. Francesco ribadisce che «il matrimonio non è una formalità da adempiere». Così «non ci si sposa per essere cattolici “con l’etichetta”, per obbedire a una regola, o perché lo dice la Chiesa», ma «ci si sposa perché si vuole fondare il matrimonio sull’amore di Cristo, che è saldo come una roccia». E « la vita familiare non è una missione impossibile!». Infatti «con la grazia del sacramento, Dio la rende un viaggio meraviglioso da fare insieme a Lui, mai da soli».
“Un passo in più” per abbracciare la croce. Il Papa parte dalla testimonianza dei genitori di Chiara Corbella, morta di cancro per aver preferito portare a termine la gravidanza piuttosto che farsi curare. «Ci avete parlato della croce – dice –,che fa parte della vita di ogni persona e di ogni famiglia. E avete testimoniato che la dura croce della malattia e della morte di Chiara non ha distrutto la famiglia e non ha eliminato la serenità e la pace dai vostri cuori. Non siete persone abbattute, disperate e arrabbiate con la vita. Anzi! Si percepiscono in voi una grande serenità e una grande fede».
“Un passo in più” verso il perdono. Francesco riprende l’esperienza di due coniugi africani che sono stati sull’orlo del divorzio, che però «provvidenzialmente» hanno incontrato un gruppo di laici che si dedica proprio alle famiglie, iniziando «un cammino di riavvicinamento e di risanamento». «Il perdono – sottolinea – risana ogni ferita, è un dono che sgorga dalla grazia con cui Cristo riempie la coppia e la famiglia intera quando lo si lascia agire, quando ci si rivolge a Lui».
“Un passo in più” verso l’accoglienza. Il Pontefice risponde alla testimonianza di una famiglia neocatecumenale romana, con tanti figli, che sta ospitando profughi ucraini. «Le famiglie – rimarca – sono luoghi di accoglienza, e guai se venissero a mancare! Una società diventerebbe fredda e invivibile senza famiglie accoglienti».
“Un passo in più” verso la fratellanza. L’ultima testimonianza è quella di Zakia, musulmana, vedova dell’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in Congo lo scorso anno. «Nella vostra famiglia – le dice il Papa – si esprime l’ideale della fratellanza. Oltre che essere marito e moglie, voi avete vissuto da fratelli nell’umanità, da fratelli nelle diverse esperienze religiose, da fratelli nell’impegno sociale. Anche questa è una scuola che s’impara in famiglia. Vivendo assieme a chi è diverso da me, in famiglia s’impara ad essere fratelli e sorelle. S’impara a superare divisioni, pregiudizi, chiusure e a costruire insieme qualcosa di grande e di bello, partendo da ciò che ci accomuna».
Papa Francesco termina il suo discorso con una domanda. Il Signore quale “passo in più” chiede oggi alla nostra famiglia? «Mettetevi in ascolto – conclude –. Lasciatevi trasformare da Lui, perché anche voi possiate trasformare il mondo e renderlo “casa” per chi ha bisogno di essere accolto, per chi ha bisogno d’incontrare Cristo e di sentirsi amato». E ricorda quello che i beati Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi dicevano ai loro figli: «Dobbiamo vivere con gli occhi puntati verso il cielo» affrontando «le fatiche e le gioie della vita “guardando sempre dal tetto in su”».
Papa Francesco all'Incontro mondiale delle famiglie - Reuters