Il Rifugio Monte Alben in Val Serina - foto dell'associazione La Cordillera
A salire, zaino in spalla, ci si impiega non più di due ore da Cornalba (Bergamo). Uno sforzo ampiamente ripagato dalla bellezza delle montagne della Val Serina e, perché no, da una polenta con il brasato. Tanto più se con quel pranzo si aiutano le missioni sull’altopiano boliviano. Il rifugio Monte Alben, infatti, aperto nel 2022 dopo tre anni di ristrutturazione di una vecchia casera, viene gestito a turno da un gruppo di volontari che si alternano d’estate e nei weekend autunnali per ricavarne fondi da mandare in missione. Sono giovani e intere famiglie che hanno in vario modo incontrato padre Antonio Zavatarelli, fidei donum della diocesi di Gubbio, da 12 anni in Bolivia nelle missioni di Peñas, Santiago de Huata e Batallas. Originario di Menaggio, sul lago di Como, descritto da tutti come «uomo di chiesa e di montagna» alpinista e soccorritore, “padre Topio” come viene chiamato è riuscito negli anni non solo a essere una presenza significativa e vivificante per la sua parrocchia di Peñas, ma a creare un forte legame tra giovani un po’ di tutta Italia e le popolazioni dell’Altopiano boliviano.
Un legame di solidarietà, di carità, capace di superare anche le barriere della lingua Aymara parlata dalle popolazioni indigene. Grazie all’impegno di oltre 200 volontari, riuniti nell’associazione La Cordillera, infatti, è stato possibile negli anni sviluppare una serie di interventi non solo di assistenza ma di vicinanza, condivisione e crescita. Come il progetto “FisioPeñas”, partito su iniziativa del docente di fisioterapia Guido Barindelli, con cui giovani professionisti si alternano ogni tre mesi per assicurare un’assistenza continua e gratuita alle popolazioni locali. Collaborando con una dottoressa boliviana nell’ambulatorio della parrocchia Virgen de la Nadividad di Peñas e, grazie alla donazione di una jeep, raggiungendo i pazienti nei diversi villaggi sparsi sull’altopiano. Un’attività a cui più di recente si è affiancata una collaborazione e uno scambio con il corso universitario di fisioterapia dell’Università di La Paz.
La missione a Penas, Bolivia - Foto dell'Associazione La Cordillera
E, a proposito di formazione, dal 2016 è stato sviluppato il progetto di una scuola universitaria di “Turismo Rurale con menzione in Avventura”, un corso tecnico realizzato grazie alla collaborazione con l’Università Cattolica Boliviana e la provincia di Trento. L’obiettivo è offrire una concreta occasione di formazione gratuita e poi di lavoro ai campesinos poveri per evitarne lo sradicamento e l’emigrazione forzata verso la città. Sono nati così sia un piccolo caseificio sia un’agenzia viaggi, che opera in una prospettiva di turismo etico e sostenibile.
L’altopiano a quattromila metri e la montagna ritornano così come filo conduttore della solidarietà e della missione. «Nel 2019, quando con il lavoro dei volontari e di alcune famiglie della Val Serina stavamo ristrutturando la baita assegnataci dal comune di Cornalba, pensavamo più che altro a un luogo in cui riunire tutti gli amici dell’associazione – racconta Davide Tincani, uno dei referenti –. Poi abbiamo pensato che potesse diventare una fonte di finanziamento per la missione e i diversi progetti. Noi ci alterniamo nella gestione, chi sale quassù può godere della bellezza del creato ed esserne parte in condivisione coi fratelli in Bolivia».