La Spezia: il funerale di don Giuseppe Savoca, presieduto dal vescovo Luigi Ernesto Palletti nella Cattedrale di Cristo Re - foto diocesi La Spezia
Il tema della comunicazione, nel contesto proprio del sacerdozio, è stato ieri mattina al centro dell’omelia che il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha pronunciato alla Spezia, nella cattedrale di Cristo Re, per la Messa funebre di don Giuseppe Savoca, spentosi lunedì dopo essere stato, tra i numerosi incarichi, responsabile della pagina diocesana di Avvenire per circa quarant’anni.
«Sappiamo – ha detto il vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato – che il Signore attraverso ognuno di noi fa giungere alla sua Chiesa doni particolari. Lo fa sia richiamandoci con attenzione su particolari necessità, sia stimolandoci nella testimonianza delle opere, sia facendo emergere quale grande abbondanza di grazie il Risorto continui a compiere in mezzo a noi». «Volendo dunque cogliere – ha proseguito – i doni che il Signore ha voluto darci attraverso don Giuseppe, dobbiamo constatare che un tratto caratteristico della sua vita è stato segnato dal desiderio della comunicazione. Egli, sia come pastore, sia nel mondo del giornalismo, sia in quello dell’insegnamento e della formazione ha profuso con abbondanza le sue forze e le sue risorse proprio in tale particolare impegno. In tal modo il Signore viene a ricordarci quanto sia importante comunicare, e in particolare l’annuncio del suo Vangelo, calato sempre però nella dimensione della relazione e dell’ascolto attento, che si fa condivisione e delicatezza, anche in momenti e situazioni inaspettate». E parlando, tra le altre, della sua attività di giornalista, ha aggiunto: «Tutti lo ricordiamo sempre presente sulle notizie, spesso anche insistente per poterle avere e condividerle. Di questo ha fatto un motivo di impegno e di fedeltà al mandato ricevuto».
La Spezia: un momento delle esequie di don Savoca, presiedute in Cattedrale dal vescovo Palletti - foto diocesi La Spezia
Tra i presenti in cattedrale, oltre alla cognata e alle nipoti, c’erano una cinquantina di sacerdoti, diversi diaconi e un folto gruppo di insegnanti di religione, coloro cioè ai quali aveva dedicato molti anni di attività. Al termine del rito funebre, il feretro è stato trasferito al cimitero di Pitelli, la borgata spezzina dove viveva la sua famiglia e dove nel 1963 era stato ordinato sacerdote.
La Spezia: il feretro di don Savoca, nel momento del commiato all'esterno della Cattedrale - foto diocesi La Spezia
Comunicare, per don Savoca, non era un impegno fine a se stesso, ma proiettato in avanti. Così, tra i suoi appunti più recenti ci sono quelli relativi ad un progetto, del quale con alcuni amici già aveva parlato, per un testo in grado di «preservare nel tempo, attraverso la testimonianza di persone che le hanno vissute, le vicende più importanti della storia ecclesiale della nostra diocesi, dalla seconda guerra mondiale in avanti». Ciò anche allo scopo di rivalutare, con dovizia di riferimenti, la figura del sacerdote, oggetto da tempo di forme sistematiche di denigrazione: «Dalle testimonianze che verranno presentate – ha lasciato scritto – potrà emergere il vero volto di un clero che ha condiviso con il suo popolo gioie e dolori, speranze e delusioni, e per questo spesso ha pagato con notevoli sofferenze, se non con la vita». Nel lungo elenco dei sacerdoti “protagonisti” del progetto (che comprende anche dei laici), don Savoca non aveva ovviamente inserito il suo nome. Ora quell’elenco potrà essere allungato sino a comprenderlo.