giovedì 5 gennaio 2023
L'arcivescovo intervistato dai media vaticani. E parlando a un giornale tedesco dice che Benedetto XVI sarebbe stato rattristato dalle misure adottate da Francesco sulla Messa in latino.
Gänswein racconta le ultime ore del Papa emerito

Ansa

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La stretta di papa Francesco sulla Messa in latino avrebbe profondamente rattristato il Papa emerito. Così l’arcivescovo Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI in un’intervista al giornale tedesco Die Tagespot. Il riferimento è al Motu Proprio “Traditionis custodes” pubblicato da papa Bergoglio nel 2021. «Quello è stato un punto di svolta. Credo che papa Benedetto abbia letto questo Motu Proprio con il dolore nel cuore» – ha aggiunto Gänswein. Come noto nel 2007 veniva pubblicato il motu proprio “Summorum pontificum” con cui papa Ratzinger indicava le norme giuridiche e liturgiche per una corretta celebrazione dell’Eucaristia secondo il Messale promulgato nel 1962 da Giovanni XXIII.

Le disposizioni di Benedetto XVI sono entrate in vigore il 14 settembre 2007. Il 16 luglio 2021 veniva invece pubblicata la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Traditiones custodes” con cui papa Francesco limitava la celebrazione della Messa in latino, basata come già detto sul Messale di papa Roncalli. Scopo del documento è «ristabilire in tutta la Chiesa di Rito romano una sola e identica preghiera che esprima la sua unità, secondo i libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II e in linea con la tradizione della Chiesa».

Il Motu proprio è stato accompagnato da una lettera ai vescovi di tutto il mondo in cui Francesco spiega i motivi che l’hanno spinto ad «abrogare tutte le norme, le istruzioni, le concessioni e le consuetudini precedenti al presente Motu Proprio, e di ritenere i libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, come l’unica espressione della lex orandi del Rito romano».

In un’intervista ai media vaticani, l’arcivescovo Gänswein ha invece raccontato il momento del decesso del Papa emerito: «Eravamo lì, ognuno poi ha pregato in silenzio, e alle 9.34 ha fatto l’ultimo respiro». Quella di Gänswein è stata una testimonianza commossa, ma anche serena perché «so che papa Benedetto adesso è dove voleva andare». L’arcivescovo ha anche ricordato le ultime ore nella stanza di Ratzinger assieme alle quattro Memores e a suor Brigida, che hanno accompagnato con la preghiera il Papa emerito quando è entrato in coma. «Fino a quel momento è rimasto lucido» ha detto Gänswein.

Nel lungo colloquio con i media vaticani, il segretario particolare del Papa emerito è poi tornato sulla decisione della rinuncia al ministero petrino di Ratzinger rivelando che Benedetto XVI non si aspettava un periodo da emerito così lungo: quasi 10 anni. «Io pensavo a un annetto al massimo» aveva detto al suo segretario. Infine una nota personale di Gänswein: «Umanamente sono molto sofferente, ma spiritualmente mi sento bene».

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