Theodore McCarrick, 88 anni, arcivescovo di Washington dal 2000 al 2006, non è più cardinale. L’ecclesiastico, che aveva ricevuto la porpora nel 2001, venerdì sera ha presentato la rinuncia ad essere membro di quello che una volta veniva definito il Sacro Collegio. E Papa Francesco ha subito accettato. Ieri la notizia è stata ufficializzata con un comunicato della Sala Stampa vaticana in cui si riferisce anche che il Pontefice «ha disposto la sua (di McCarrick, ndr) sospensione dall’esercizio di qualsiasi ministero pubblico, insieme all’obbligo di rimanere in una casa che gli verrà indicata, per una vita di preghiera e di penitenza, fino a quando le accuse che gli vengono rivolte siano chiarite dal regolare processo canonico».
Come ricorda VaticanNews il mese scorso il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, su indicazione di Papa Francesco, aveva già dato istruzioni affinché il cardinale McCarrick non esercitasse più pubblicamente il suo ministero sacerdotale. La decisione faceva seguito alle conclusioni di una Commissione dell’arcidiocesi di New York, che aveva definito «credibili e fondate» le accuse contro McCarrick riguardo ad abusi da lui compiuti su un minore oltre 45 anni fa quando era prete a New York. McCarrick aveva accolto la decisione pur dicendosi innocente.
Nei giorni successivi una approfondita inchiesta del New York Times aveva rivelato che c’erano altre accuse nei confronti di McCarrick e che nel passato due diocesi in cui il prelato era stato vescovo - Metuchen e Newark - pur senza ammettere alcuna colpa avevano risarcito, rispettivamente per 80mila e 100mila dollari, due ex sacerdoti che lo avevano accusato di abusi sessuali (subiti quando erano maggiorenni).
Nei giorni scorsi, il cardinale Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori, si era detto sconvolto dalle notizie riguardanti McCarrick. Lo stesso ha fatto il porporato Kevin J. Farrell, attualmente presidente del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, che in passato era stato ausiliare di McCarrick a Washington. «Queste presunte azioni – ha poi affermato O’Malley in una nota – sono moralmente inaccettabili e incompatibili con il ruolo di sacerdote, vescovo o cardinale». «Questi ed altri casi richiedono più che delle scuse – ha sottolineato – e fanno notare che quando vengono mosse accuse contro un vescovo o un cardinale, esiste ancora una grande lacuna nelle politiche della Chiesa sulla condotta e l’abuso sessuale». O’Malley ha osservato che la Chiesa negli Stati Uniti ha adottato una politica di “tolleranza zero” per quanto riguarda l’abuso sessuale di minori da parte di sacerdoti ma, ha aggiunto, servono «procedure più chiare per i casi che coinvolgono vescovi».
McCarrick quindi rimane arcivescovo emerito di Washington, ma non è più cardinale e non potrà più esserlo anche nell’ipotesi che venisse dichiarato innocente nel processo canonico che dovrà affrontare. Attualmente quindi il collegio cardinalizio risulta composto da 224 porporati di cui 100 ultraottantenni, gli statunitensi scendono a 15 (10 elettori, cinque no).
Il caso del cardinale McCarrick ricorda quello del porporato gesuita Louis Billot che nel 1927 per le sue simpatie per l’Action française fu ridotto allo stato di semplice prete (non era vescovo) da Pio XI. Diverso il caso del cardinale scozzese Keith M. P. O’Brien, scomparso lo scorso 19 marzo: accusato di comportamenti omosessuali (poi ammessi) alla vigilia del conclave del 2013, quando aveva 75 anni, rinunciò ai diritti e alle prerogative del cardinalato, rimanendo però membro, non elettore ovviamente, del collegio.