Sarà uno dei tandem più giovani dell’episcopato italiano: l’arcivescovo Roberto Repole ha 55 anni, il suo nuovo ausiliare, Alessandro Giraudo, ne ha 54. Torinese, prete dal 1993, il Papa lo ha nominato oggi vescovo titolare di Castra Severina, antica diocesi d‘Algeria, e ausiliare di Torino. L’annuncio, in contemporanea con la Sala stampa vaticana, a Torino è stato dato presso la Facoltà Teologica dove sia Repole che Giraudo sono stati a lungo docenti.
Nato a Torino nel 1968, prete dal 1993, il nuovo vescovo eletto è stato viceparroco a Moncalieri e Testona, collaboratore parrocchiale a Mirafiori. Ha conseguito il dottorato in Diritto canonico alla Gregoriana e ricoperto vari incarichi nei Tribunali ecclesiastici regionale del Piemonte e metropolitano di Torino; l'arcivescovo Nosiglia lo ha nominato poi cancelliere arcivescovile. Dal 1° settembre 2022 è vicario generale dell’arcidiocesi di Torino, scelto appunto da Repole, che ne è l’arcivescovo dal 7 maggio scorso. Insieme a Repole e altri sacerdoti don Giraudo fa parte da 11 anni della comunità dei canonici di San Lorenzo, la chiesa guariniana che si affaccia su piazza Castello, ed è rettore della basilica del Corpus Domini (la chiesa che ricorda il miracolo eucaristico di Torino del 1453).
Repole, presentando il nuovo ausiliare, ha voluto sottolineare il «grazie» al Papa, che guarda «con un occhio di benevolenza» alla Chiesa di Torino. Ha poi ricordato la loro lunga amicizia, dagli anni del Seminario e poi degli studi a Roma fino alla comunità di San Lorenzo. La nuova nomina aggiunge responsabilità al lavoro, ma non cambia il campo dell’impegno, che rimane sempre il servizio alla Chiesa di Torino. Monsignor Giraudo si è «presentato» con grande semplicità, ringraziando la discrezione di quanti gli sono stati vicini in questo momento e ribadendo di voler continuare a «spendere la vita per il Signore», a comunicare condividere quella «straripante bellezza del Vangelo» che è stata l’immagine con cui si è presentato l’arcivescovo Repole nel maggio scorso.
La nomina di un ausiliare per l’arcidiocesi di Torino arriva dopo vent’anni dall’ultima: nel 2002 furono infatti ordinati Guido Fiandino e Giacomo Lanzetti, per coadiuvare il cardinale Severino Poletto. Fiandino è rimasto come ausiliare anche dell’arcivescovo Cesare Nosiglia fino al 2016, al compimento dei 75 anni, mentre Lanzetti è stato trasferito come vescovo prima ad Alghero–Bosa e poi ad Alba.
C’è una «tradizione di santità» tra i vescovi ausiliari e i vicari degli arcivescovi subalpini: Francesco Paleari (1863-1939), prete cottolenghino, fu provicario generale del cardinale Maurilio Fossati, ed è stato proclamato venerabile il 6 aprile 1998. Venerabile, dal 2019, è anche Giovanni Battista Pinardi (1880-1962): prete diocesano, venne scelto come ausiliare dal cardinale Agostino Richelmy nel 1915. Oppositore del fascismo, non poté mai esercitare il servizio di vicario generale con gli arcivescovi Guseppe Gamba e Fossati ma rimase fino alla morte parroco di San Secondo: malgrado ciò fu uno dei più amati «maestri del clero». È stato anche uno degli animatori e sostenitori più convinti della stampa cattolica: a lui si deve la fondazione di un quotidiano, il «Corriere» che ebbe breve vita tra il 1925 e il 1926. Ma ancora nel dopoguerra si impegnò per la diffusione del settimanale diocesano «La voce del popolo».