Uno degli stand della fiera di Bologna - Tanexpo
Condoglianze digitali, annunci funebri social, creazione di veri e propri “memoriali digitali” in cui inserire e condividere ricordi, foto, filmati o audio del defunto. Ma anche autofunebri di nuova generazione (era presente anche un sidecar modello “funebre”), urne cinerarie di tutte le forme e fogge, cofani funebri (guai a chiamarle bare con gli addetti ai lavori) costruiti con materiali di pregio e spesso con decorazioni e intarsi artistici. E se ancora non bastasse ecco tanti stand che offrono esempi di lapidi, ornamenti per camere ardenti e persino divise per i dipendenti delle imprese funebri.
Innovazione e tradizione si sono mescolate anche quest’anno a Tanexpo, la manifestazione biennale a livello nazionale che si è svolta lo scorso fine settimana alla Fiera di Bologna. Un evento rivolto in primo luogo agli operatori del settore, cioè i titolari delle imprese funebri (circa settemila in tutta Italia). E se l’esposizione dei cofani non manca, si tratta, in realtà, dell’offerta di tanti servizi (alcuni davvero originali) che a loro volta le imprese potranno offrire ai parenti del defunto o della defunta. Insomma protagonista dell’evento è l’indotto che questo settore imprenditoriale (da quasi due miliardi di euro l’anno) muove, con 225 espositori presenti, il 30% dei quali stranieri.
Il ricordo passa anche da un link
Dati a parte, Tanexpo è anche l’occasione per avvicinare un mondo che in qualche modo cerca di stare al passo con i tempi. Ne sono un esempio alcune piccole imprese che stanno puntando sulla tecnologia come aiuto all’elaborazione del lutto. Ecco allora nascere la collaborazione tra “Onoranze funebri cloud” e “Annunci funebri”, che da una decina d’anni offrono «soluzioni digitali per tutta la filiera funebre», dalla parte gestionale dell’impresa, agli annunci funebri online e alla creazione digitale di “libri firma” e gestione dei “messaggi di cordoglio”, facendo in modo che i messaggi siano indirizzati a un unico link, per essere poi raccolti e consegnati alla famiglia del defunto. Sulla stessa linea anche l’agenzia “Memories now, con il suo «spazio funerario virtuale». Di «memoriale digitale» parlano i fondatori di «Rip.memorial», una start up, che mette a disposizione delle imprese (e di conseguenza delle famiglie) un box contenente un QRcode (applicabile anche sulla lapide al cimitero) con il quale accedere alla piattaforma “memoriali digitali”, dentro la quale crearne uno per il proprio defunto e nel quale si potrà scrivere un pensiero, caricare foto e video. «In questo modo parenti e amici avranno una vera e propria cronistoria del proprio defunto, per un ricordo perenne» spiegano i responsabili della start up. Un’offerta che farà storcere il naso a qualcuno, ma che si inserisce pienamente nel mondo di oggi, dove i social hanno conquistato molto spazio. E l’aspetto umano del cordoglio? «Non viene meno» rispondono all’unisono i responsabili delle varie imprese. Anzi: «Contribuire a realizzare un ricordo diffuso e condiviso, è proprio il creare quei legami umani in un momento di perdita».
L'aumento delle case funerarie
Altro aspetto che in questi ultimi anni ha visto un discreto incremento, è quello delle case funerarie, strutture spesso annesse a imprese funebri, nelle quali poter collocare il proprio defunto in attesa delle esequie. In Italia si è passati dalle 50 strutture del 2011 alle attuali 600. «Costruire una struttura così – spiegano allo stand di Architettura+, studio bresciano specializzato nel settore – significa ricreare un ambiente che in qualche modo ricordi ai parenti del defunto l’ambiente di casa. Del resto oggi le abitazioni non permettono in tantissimi casi di allestire camere ardenti in casa propria e queste strutture sono un servizio alternativo». Ambienti con stanze polifunzionali e che si adattano alle diverse situazioni e al tipo di esequie volute dalla famiglia. «Non vi si possono celebrare Messe funebri, ma il rito delle esequie cattoliche sì – spiegano i responsabili dello studio –. Ma la stessa sala deve poter ospitare un funerale laico. In tutti i casi il luogo deve venire incontro alle esigenze della famiglia. Là dove esiste la tradizione del “consolo”, occorre progettare uno spazio adatto all’esigenza». Insomma prevale la logica del servizio alla famiglia, partendo, comunque, dal dolore e dal lutto che la stessa sta vivendo in quei giorni.
Dolore e lutto che coinvolge anche gli animali domestici e di compagnia. Anche per loro si è sviluppata una fetta del mercato funerario con l’offerta di cremazione e collocazione delle ceneri in urne spesso con le fattezza dell’animale. «Anche in questo caso – spiegano allo stand della Vezzani forni, ditta fornitrice di impianti di cremazione – si risponde a una esigenza dei proprietari, che rispetto al passato non hanno un prato o un luogo dove poter seppellire il proprio animale». Ancora una volta un servizio che intercetta un problema reale, anche se possiamo immaginare che l’idea non piaccia a qualcuno.
In crescita le cremazioni
Ultimo capitolo quello delle cremazioni. Secondo gli ultimi dati disponibili, un italiano su tre (quasi il 30%) decide di farsi cremare. Anche in questo caso il fattore spazi (nei cimiteri) ha la sua influenza. Ma non tutti guardano con serenità questo progressivo aumento. Sono i produttori dei cofani funebri. «L’approccio delle famiglie che scelgono la cremazione è quello di puntare su cofani semplici – commenta uno dei titolari della Urciuoli, azienda specializzata nel settore –. Nel nostro caso abbiamo comunque cercato di mantenere uno standard qualitativo alto per i nostri prodotti, sicuri che anche nella scelta del cofano passa la volontà di onorare al meglio il proprio congiunto defunto». E se oggi non si scelgono più cofani “pregiati”, le aziende non si lasciano scappare certo il mercato delle urne cinerarie. Davvero tante per foggia, produzione, colori. E non manca la fantasia: l’urna cineraria a forma di pallone di calcio con il simbolo della propria squadra del cuore (in questo caso era del Napoli).