Don Fabio Rosini, direttore del Servizio Vocazioni della Diocesi di Roma - Siciliani
«Un libro, oggi come oggi, è veramente importante. È totalmente opposto al mondo del virtuale, sta lì che ti aspetta, non ti aggredisce, non fa male agli occhi, ti lascia libero, ti rispetta. Può essere giudicato, sottolineato, rotto, ripreso in mano, stretto vicino al cuore quando fa piangere e quando fa ridere... È un oggetto tanto antico, e molto molto umano». Don Fabio Rosini dirige l’Ufficio per le Vocazioni della diocesi di Roma, tiene catechesi per i giovani e i fidanzati, ha ideato il percorso sui Dieci Comandamenti – nato nel 1993 in una parrocchia romana, è ormai noto in tutto il mondo –, commenta il Vangelo su Radio Vaticana. Dal 2016 è anche prolifico autore di libri per le edizioni San Paolo.
L’ultimo, San Giuseppe. Accogliere, custodire e nutrire, è uscito il 10 giugno. La pubblicazione arriva per l’Anno dedicato allo sposo di Maria, ma in realtà prende spunto da alcune catechesi dedicate al padre terreno di Gesù tenute da don Rosini negli ultimi anni. «San Giuseppe rappresenta una figura splendida per capire l’arte della paternità spirituale, che è la custodia della vita altrui nel senso più tenero e amorevole del termine – spiega il sacerdote –. È la parte meravigliosamente umana delle opere di Dio». E il libro? «Nasce da una catechesi su di lui fatta anni fa insieme al mio amico padre Ismael Barros, con una lettura del famoso “dubbio” di Giuseppe: cioè il punto non è se Maria sia incinta per opera dello Spirito Santo o meno ma il timore di trovarsi di fronte a una cosa tanto meravigliosa e grande e non sentirsi all’altezza». Un po’ come oggi accade a tanti giovani: «Nel discernimento vocazionale – osserva – ragazzi e ragazze hanno il dubbio su se stessi, non su Dio; l’ansia da insufficienza, il timore di non essere "abbastanza" domina il cuore di tanti giovani. La sfida di san Giuseppe è quella se entrare o meno nell’opera di Dio. Spesso ne ho parlato anche ai sacerdoti, durante corsi sul munus docendi, il servizio dell’insegnamento».
«San Giuseppe. Accogliere, custodire e nutrire» - San Paolo editore
A questa caratteristica o dono del presbitero è strettamente legato l’impegno di don Rosini come autore di libri. «Durante il sacerdozio mi sono trovato a dover combattere la battaglia della consegna della fede – racconta –, cioè aiutare le persone ad apprendere la fede, a essere educati alla fede. Una sfida difficilissima, quella di consegnare e fecondare la fede nel cuore di altri. L’ho affrontata nelle vie principali della predicazione, e poi in tutti gli altri luoghi di consegna della fede». Nel 2016 teneva un percorso sulle opere di misericordia, con incontri per i giovani nelle diverse basiliche e chiese del centro storico di Roma. «Ero nella chiesa del Gesù e il vescovo Daniele Libanori, che allora ne era il rettore, mi disse: “Tu queste cose che dici le devi scrivere, perché la gente deve poterle meditare con più calma”. La sua frase mi rimase dentro... Pensavo di non essere in grado, ma ho provato». Così è arrivato Solo l’amore crea, e successivamente L’arte di ricominciare e L’arte di guarire, tutti successi editoriali. Ora il testo su san Giuseppe. Perché «c’era la necessità di parlare della paternità in maniera costruttiva».