lunedì 17 giugno 2024
La mozione del Consiglio comunale per la “restituzione” delle spoglie della santa. Il distinguo della diocesi siciliana: «Piena comunione ecclesiale con il patriarcato veneziano»
Il corpo di santa Lucia conservato a Venezia

Il corpo di santa Lucia conservato a Venezia - Dimitris Kamaras

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Si è aperto lo scorso 13 dicembre a Siracusa l’Anno Luciano, in onore della patrona santa Lucia, che nella città siciliana nacque nel 283 e lì fu martirizzata nel 304. Il culmine dell’Anno sarà l’arrivo il prossimo 14 dicembre delle reliquie della santa che sono conservate nella chiesa santuario a lei dedicata a Venezia. Lucia è tornata a Siracusa nel 2004 nella ricorrenza del XVII centenario del martirio e una seconda volta nel 2014, in base a un accordo con il patriarcato di Venezia che prevede appunto ogni dieci anni una visita delle spoglie mortali della patrona nella sua città.

Le sue reliquie resteranno a Siracusa dal 14 al 26 dicembre, poi saranno traslate in due cittadine che hanno sempre lei come patrona – il 26 a Carlentini, nel Siracusano, e il 27 a Belpasso, arcidiocesi di Catania – infine saranno nella Cattedrale di Catania il 28 e il 29 dicembre. Il 30 ripartiranno per Venezia.

Nei giorni scorsi il consiglio comunale di Siracusa si è spinto però oltre, approvando una mozione con cui si chiede il ritorno definitivo di santa Lucia in città. Un atto che rimanda al modo in cui Siracusa perse le preziose reliquie. I siracusani dopo l’occupazione araba della Sicilia avevano nascosto il corpo della santa in un luogo segreto. Nel 1039 il generale bizantino Giorgio Maniace riuscì a scoprirlo e a impossessarsi delle reliquie, portandole in dono, insieme a quelle di sant'Agata, all'imperatrice Teodora. Da lì furono trafugate dai veneziani, che nel 1204 conquistarono la capitale bizantina nel corso della quarta crociata.

Alla mossa del consiglio comunale di Siracusa ha risposto però l’arcidiocesi con un comunicato. In esso si «ringrazia l’assemblea civica» con la sua mozione «ha voluto nell’Anno Luciano indetto dall’arcivescovo monsignor Francesco Lomanto rendere così omaggio alla patrona per rispondere ad un legittimo desiderio dei siracusani». Tuttavia, si aggiunge, «la piena comunione ecclesiale che la nostra Chiesa vive con il patriarcato di Venezia, sempre attento alle esigenze della devozione popolare verso santa Lucia, deve farci considerare che la vicenda storica relativa al corpo della patrona va contestualizzata nell’ambito che gli è proprio, quello cioè della prospettiva provvidenziale della storia, consegnando così il desiderio del popolo siracusano ai disegni di bene e di amore di Dio e all’intercessione della stessa santa Lucia».

L’arcidiocesi auspica quindi «che il sentimento del popolo siracusano espresso dal civico consesso possa tradursi in concreti interventi volti alla valorizzazione del quartiere santa Lucia che custodisce le testimonianze della martire siracusana».

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