martedì 5 novembre 2024
Domenica scorsa l'inaugurazione dell'abitazione che diede i natali a papa Luciani. Il complesso è stato completamente restaurato. Presenti, tra gli altri, il cardinale Stella e il vescovo Pizziolo
Il momento della della benedizione della casa natale di Luciani

Il momento della della benedizione della casa natale di Luciani - Lorenzi

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I tanti pellegrini che arrivano fra le Dolomiti, a Canale d’Agordo, visitano la casa natale del beato papa Luciani come fosse una reliquia. E si fermano a pregare per la sua canonizzazione. Domenica scorsa si è celebrata la “festa del colmo”, perché si sono conclusi i lavori di restauro. La lapide marmorea all’ingresso dell’edificio spiega tutto. «Questa casa natale del beato Giovanni Paolo I – proprietà della famiglia Luciani e acquistata nel 2019 dal cardinale Beniamino Stella postulatore della Causa di canonizzazione – fu donata alla diocesi di Vittorio Veneto durante l’episcopato di monsignor Corrado Pizziolo. Restaurata con i contributi della Cei, del patriarcato di Venezia e di alcuni generosi benefattori fu inaugurata il 23 aprile 2022. Conclusi i lavori definitivi viene consegnata alla memoria dei visitatori oggi, 3 novembre 2024». E poco sotto un’invocazione: «Dal cielo ci guidi il suo preclaro esempio di umiltà e ci protegga la sua intercessione di mite e sollecito pastore».

È stato il vescovo Pizziolo a procedere alla benedizione, a ringraziare i benefattori, a guidare la preghiera per la canonizzazione del beato pontefice che è stato vescovo di Vittorio Veneto negli anni Sessanta del secolo scorso. Tra i presenti il cardinale Beniamino Stella, il vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni, il vescovo emerito di Belluno-Feltre Giuseppe Andrich, ed anche alcuni parenti di Luciani, oltre a numerosi rappresentanti della comunità di Canale e della diocesi vittoriese.

Il vescovo Pizziolo ha pubblicamente ricordato l’impegno economico che ha toccato i cinquecentomila euro, di cui metà coperti dalla generosità del cardinale Stella, il 30% da benefattori vittoriesi, il resto dal patriarcato di Venezia e dalla Cei. «Quando il nuovo papa Giovanni Paolo I, il 3 settembre 1978, aveva accolto i vittoriesi all’udienza privata aveva esclamato: “Il primo amore non si scorda mai!”. E fu in effetti il primo amore quello che unì il nuovo pastore vittoriese alla sua gente, nella sua prima esperienza da vescovo. È bello quindi – così in un messaggio del sindaco di Canale Massimo Murer – che sia stata proprio la diocesi del suo “primo amore” a essersi presa cura del luogo in cui il beato Giovanni Paolo I era nato il 17 ottobre 1912».

Dopo la benedizione e lo scoprimento della lapide, la festa è continuata nella chiesa parrocchiale con il concerto della Piccola Orchestra Veneta, con la lettura di alcuni discorsi di Luciani. Particolarmente intensa l’omelia che, pochi giorni dopo l’ordinazione episcopale, Luciani aveva pronunciato in quella stessa chiesa, domenica 4 gennaio 1959: «Io sono la pura e povera polvere; su questa polvere il Signore ha scritto la dignità episcopale dell’illustre diocesi di Vittorio Veneto».

Il cardinale Stella, che ha avuto Luciani come vescovo di Vittorio Veneto, è molto devoto di questo “Pastore”. «Abbiamo appena celebrato il Sinodo a Roma, abbiamo parlato del lavoro di collaborazione e del vivere insieme e credo che Luciani sia stato un precursore di questo aiutarsi e collaborare insieme. Vicinanza e prossimità erano le caratteristiche di questo vescovo. Noi guardiamo a lui cercando anche di seguire le orme perché ce n’è bisogno e gli chiediamo di darci pastori numerosi. Oggi vediamo i sacerdoti che lavorano, che corrono, con il fiato lungo e direi che dia, dal cielo, questa ispirazione ai giovani di abbracciare questo impegno di vita che è così importante per la guida del popolo di Dio».


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