giovedì 12 novembre 2020
L'ex segretario personale di san Giovanni Paolo II respinge con fermezza l'accusa di aver coperto scandali sessuali del clero contenute nel servizio di un'emittente polacca
Il cardinale Stanislaw Dziwisz, 81 anni

Il cardinale Stanislaw Dziwisz, 81 anni

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«Posso dire in tutta coscienza che mai, ripeto mai, ho ricevuto denaro in cambio di partecipazione alle Messe papali; mai, sottolineo mai, ho ricevuto soldi per nascondere atti o fatti destinati alla superiore attenzione del Santo Padre; mai, e infine mai, ho favorito persone indegne a fronte di elargizioni inseribili in qualche perversa logica di baratto». Lo afferma in una nota il cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e già segretario personale di Giovanni Paolo II, intervenendo con un comunicato per respingere con la massima energia le accuse propalate sul suo conto dal servizio diffuso lunedì 9 novembre dall’emittente polacca Tvn24 – di proprietà del colosso televisivo americano Discovery – relative a una sua presunta copertura di scandali sessuali nel clero tramite l’occultamento dei fatti a Papa Wojtyla, inclusi il caso del cardinale McCarrick, la vicenda che ha coinvolto il fondatore del Legionari di Cristo ed episodi nel clero polacco.
«Ho già respinto nel modo più netto le insinuazioni, diventate presto calunnie infamanti, contenute nel servizio mandato in onda dall’emittente polacca Tvn24 – spiega sempre il porporato –. Ma poiché scintille generate da quel servizio sono fuoriuscite dai confini della mia amata patria, piovendo anche in Italia e a Roma, desidero respingere con pari fermezza e ancora più accresciuto sdegno le allusioni maligne e le accuse diffamanti che vorrebbero intaccare il servizio da me reso in piena umiltà al santo Pontefice Giovanni Paolo II, la cui memoria è in benedizione dinanzi al mondo intero. Nel citato servizio si frullano insieme, con perfida abilità, flash di vita ecclesiale, brandelli di vicende fra loro non collegate e non collegabili, episodi che nella loro obiettività hanno – a quel che so – ben altra dinamica, il tutto condito da maligne accuse di mercimonio tanto inqualificabile quanto insussistente».
Il cardinale Dziwisz, 81 anni, aggiunge che «la magnanimità e la benevolenza apprese alla scuola di san Giovanni Paolo II non possono consentire manipolazioni di sorta da parte di chicchessia, fosse pure con il pretesto del pur nobile dovere di cronaca». Il porporato informa anche della richiesta, formulata dal presidente dei vescovi polacchi monsignor Stanislaw Gadecki, di insediare «una commissione indipendente che possa fare luce sul ruolo da me ricoperto quale segretario personale dell’arcivescovo Wojtyla prima e di papa Giovanni Paolo II poi. Non posso che unirmi a questa richiesta – aggiunge Dziwisz – e invocare, grazie a essa, l’accertamento della mia condotta trasparente e sempre disinteressata».
L’arcivescovo emerito di Cracovia conclude invitando «gli operatori dei media a svolgere la loro missione in modo avveduto e saggio, affinché l’opinione pubblica non venga ulteriormente inquinata da insinuazioni velenose per l’onorabilità delle persone e il rispetto della verità dei fatti».

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