"C'è tanta gente che, al netto della crisi, potrebbe vivere meglio soltanto se avessimo gente più responsabile a guidarci e ad accompagnarci. Perciò mi auguro per il 2015 più Vangelo, più carità e più solidarietà, ma anche più responsabilità da parte di chi ha dei compiti di guida, sia nella Chiesa, sia nella politica". Lo ha detto all'agenzia Ansa
monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei e vescovo di Cassano allo Ionio."Non voglio dire - ha aggiunto il presule - che in questa fase la politica non ha uno sguardo attento alle necessità e alle urgenze. Sicuramente quello che si sta facendo va nella direzione giusta. Però, mi piacerebbe veramente che le persone, quelle che stanno per strada, quelle che fanno fatica a tirare avanti, percepissero di più gli effetti concreti di quello che si sta facendo. Sicuramente si stanno creando, almeno mi auguro, delle buone premesse. Mi auguro che le conflittualità che si innescano per motivi politici, per motivi partitici soprattutto, per motivi ideologici, non lascino ancora ai margini la gente. Perciò chiedo ai politici questo: tenete sempre, teniamo sempre, un occhio attento a chi ha bisogno. Teniamo un occhio attento e vigiliamo perché le nostre parole arrivino fino in fondo, ci arrivino i fatti, altrimenti poi le parole si perdono".Poi monsignor Galantino ha parlato all'Ansa del suo primo anno come segretario della Cei. "All'interno di una frangia, per fortuna minoritaria, della Chiesa c'è da accogliere con maggiore convinzione, sensibilità, attenzione e disponibilità questa ventata nuova che Papa Francesco sta portando sulla scia di quello che già i Papi precedenti ci avevano detto. E lo dico con grande serenità". "Nella Chiesa italiana c'è tanta gente che, con l'aiuto del Signore, risponde alle proprie responsabilità, che ci vengono dal Vangelo prima di tutto, e poi vengono a ognuno di noi a secondo della missione che ci è stata affidata. È chiaro che come in ogni organismo esistono anche realtà negative e altre che vanno sicuramente potenziate"."In questo anno - ha poi sostenuto il presule - più volte mi son ritrovato a dire grazie al Signore, al Papa e ai confratelli vescovi per avermi dato questa opportunità di servire la Chiesa italiana in maniera più immediata, in maniera più diretta. È stato un anno per me particolarmente impegnativo anche perché ho conservato il mio rapporto con la diocesi di origine e quindi si è trattato di lavorare su due piani che per certi versi coincidono, per altri sono assolutamente diversi perché l'orizzonte nel quale si muove il segretario generale della Cei è come minimo nazionale. Il vescovo ha un occhio attento e particolare alla sua diocesi, al suo territorio. Quindi è stato un anno di fatica, di fatica bella ma anche di relazioni nuove che ho potuto intessere".Galantino, infine, ha rivolto un pensiero a chi sta male, ai poveri, ai diseredati. "Li vedo oggi giorno - ha detto - e mi rendo conto che il messaggio a loro rivolto non può essere a parole. Deve essere fatto di relazione, di vicinanza. Quindi non me la sento di dire parole al vento a questa gente. Auguro loro, soltanto, di poter incontrare gente che, animata dal Vangelo o comunque dal senso civico, possa dare loro unamano sul serio".