Non deve sfuggire, infatti, che la scelta dei Paesi e delle relative Chiese da visitare nell’Oriente più lontano è caduta su tre tipologie differenti e in qualche modo complementari tra loro. Se quella coreana è l’emblema di una comunità ecclesiale fondata sul sangue dei martiri e in forte espansione missionaria, Filippine e Sri Lanka costituiscono in un certo senso gli altri due lati di un ideale triangolo. Nell’arcipelago del Pacifico la fede cristiana è arrivata nel 1521 (il viaggio del Papa si inserisce nella novena di preparazione del V centenario) ed è profondamente radicata nella quasi totalità della popolazione (le Filippine sono con Timor Est l’unico Paese a maggioranza cattolica in Asia). In Sri Lanka invece i cattolici sono il 7 per cento, una minoranza (come nella gran parte del continente), ma una minoranza creativa che riveste un ruolo centrale nella pacificazione dopo il sanguinoso conflitto tra tamil indù (13 per cento) e cingalesi buddisti (70 per cento). Ecco, dunque, la doppia anima di questo viaggio: Vangelo e carità da un lato; Vangelo e dialogo interreligioso dall’altro. Un’anima che si aggiunge – completandola – a quella (in un certo senso più 'politica') della visita in Corea, con gli appelli al dialogo lanciati verso la Cina e le altre nazioni chiuse al cristianesimo (il Papa sorvolerà ancora la Grande Muraglia). Nelle Filippine Francesco troverà una Chiesa maggioritaria, che lo attende con lo stesso affetto riservato vent’anni fa a Giovanni Paolo II e culminato nella Messa più grande della storia (4 milioni di fedeli al centro di Manila). Una Chiesa punto di riferimento anche culturale per i tanti giovani della regione che vanno lì a studiare in istituzioni antiche come l’Università Santo Tomas (non a caso inserita nell’itinerario papale). Una Chiesa che ha una sua irradiazione missionaria, grazie ai tanti filippini che vanno a lavorare all’estero. Ma soprattutto una Chiesa vicina ai poveri con le sue molte iniziative caritative, che saranno in qualche modo 'benedette' e rilanciate dal Papa, quando, il prossimo 17 gennaio si recherà a Tacloban, nella zona più toccata a novembre del 2013 dal disastroso tifone Yolanda (8mila morti, 30mila feriti, 550mila case distrutte). «Le potenzialità di evangelizzazione delle Filippine sono molteplici – ha confermato il cardinale Parolin –. L’importante è che la Chiesa locale accolga l’impulso del Papa a essere una Chiesa in uscita». Lo stesso compito che attende la comunità ecclesiale srilankese, pur in ambito multireligioso. Nei primi due giorni del viaggio, quelli che il Papa trascorrerà nell’isola dell’Oceano Indiano, è molto probabile che vengano in primo piano i temi del dialogo interreligioso: promuovere e consolidare sempre più l’incontro, il rispetto e l’accettazione reciproca. Una necessità che assume ancora più valore alla luce degli avvenimenti di questi giorni. L’emblema, da questo punto di vista, è il santuario nazionale di Nostra Signora del Rosario a Madhu. Sorge in una zona a maggioranza tamil, ma è visitato da tutti e durante la guerra civile, quando le sue mura si trovavano proprio sulla linea del fronte era diventato un centro di sfollati da entrambe le parti. Ecco, dunque, simboleggiato il ruolo di «Chiesa-ponte» (come l’ha chiamata il segretario di Stato vaticano), tanto più importante oggi, all’indomani delle elezioni politiche che hanno portato al potere il leader dell’opposizione e mentre si riaffaccia l’ombra di un certo fondamentalismo buddista. «Sebbene queste tensioni possano minacciare le relazioni interreligiose ed ecumeniche – disse Francesco ai vescovi srilankesi in visita ad limina, lo scorso 3 maggio –, la Chiesa nello Sri Lanka deve continuare a essere ferma nel cercare partner nella pace e interlocutori nel dialogo». E quindi aggiunse: «Mentre il Paese cerca di riunirsi e guarire, la Chiesa si trova in una posizione unica per offrire un’immagine vivente di unità nella fede, poiché ha tra le sue file sia cingalesi sia tamil». Parole che, non è difficile ipotizzare, il Papa potrebbe ripetere una volta giunto a Colombo.
Lunedì la partenza. Sri Lanka e Filippine le tappe del quarto viaggio nel continente.
IL LIBRETTO DELLE CELEBRAZIONI
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