Il cardinale Mauro Gambetti insieme agli altri relatori della presentazione dell'evento di ieri nella Sala Stampa della Santa Sede - Vatican Media
Venerdì e sabato Roma ospiterà il secondo Incontro mondiale sulla fraternità umana: scienziati, economisti, manager, campioni dello sport e semplici cittadini insieme per riflettere. E per condividere proposte concrete Menchù, Muratov e Yunus fra i partecipanti Il cardinale Gambetti: «Offriremo una rinnovata Carta dell’umano per superare e integrare quella dei diritti». Il Papa si unirà al tavolo “Bambini: generazione futuro” Roma Promuovere la fraternità e la pace, offrire una rinnovata Carta dell’umano, portare un raggio di luce in un mondo che rischia di sprofondare nel buio. Avendo come Magna Charta l’enciclica Fratelli tutti di papa Francesco. È questo l’obiettivo del secondo Incontro mondiale sulla fraternità umana, organizzata dalla Fondazione vaticana “Fratelli tutti”. L’appuntamento è a Roma venerdì e sabato prossimi con dodici tavoli tematici, sparsi tra il Vaticano e la città di Roma, a uno dei quali – quello su “Generazione futuro” in vista della Giornata mondiale dei bambini - parteciperà anche il Pontefice. Ieri la presentazione nella Sala Stampa della Santa Sede. «Offrire a tutto il mondo una rinnovata Carta dell’umano, come superamento e integrazione di quella dei diritti, spesso ignorati, e che sappia includere tutte le ragioni che ci definiscono oggi come esseri umani». Questo – ha spiegato il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro e presidente della Fondazione – l’obiettivo di questo secondo World meeting on human fraternity intitolato #BeHuman a cui parteciperanno 30 premi Nobel per la pace, scienziati, economisti, manager, lavoratori, campioni dello sport e semplici cittadini da tutto il mondo. «Insieme al Pontefice – sono le parole del porporato – vogliamo favorire la nascita di quello che vorremmo diventasse un movimento non solo per ribadire il no alla guerra e il sì alla pace, ma per costruire un paradigma inclusivo, capace di valorizzare le differenze, di rispettarle e di mettere a sistema la capacità di ogni persona di dare un contributo positivo ad un mondo in cui sembra stia dissolvendosi la capacità di essere uomini e riconoscersi come uomini, e dove le motivazioni di carattere etico sono in dissoluzione, visti i disastri che riusciamo a perpetrare a livello di conflitti, per quanto attiene l’ambiente e al divario sempre più forte tra ricchi e poveri, con situazioni di marginalità sempre crescenti». Il segretario generale della Fondazione, il gesuita Francesco Occhetta, ha spiegato che uno degli obiettivi della Carta dell’umano è «rimettere la fraternità come principio dell’azione sociale nello spazio pubblico». «Vogliamo ribadire, insieme al Papa, il no alla guerra, il sì alla pace, il sì ai negoziati e al principio di fraternità », ha insistito il religioso. Rispetto alla Dichiarazione di fraternità siglata dai premi Nobel nella prima edizione, ha poi precisato Occhetta, la Carta dell’umano vuole essere «un passo in più, frutto di una grande alleanza sulla fraternità siglata da cattolici e laici, per cercare insieme un’alternativa al mondo che stiamo vivendo oggi, anche come narrazione, perché le parole sono importanti». «Più il mondo affonda nel buio, più l’umanità cerca la luce». Con questa metafora padre Enzo Fortunato, direttore della comunicazione della Basilica di San Pietro, ha da parte sua spiegato il senso del secondo World meeting on human fraternity. «Papa Francesco sarà presente a uno dei 12 tavoli, quello sui bambini, in vista della Giornata mondiale dei bambini del 25 e 26 maggio», ha annunciato il francescano conventuale – scelto dal Pontefice come “coordinatore” della Gmb – sottolineando l’importanza della partecipazione del Papa al tavolo dei bambini e all’appuntamento con i “grandi” al G7. «Una doppia partecipazione – ha commentato – che fa comprendere l’affermazione francescana: non esiste il piccolo e il grande, ma esiste il degno. I figli di Francesco l’hanno tradotta così: nulla è grande dinanzi a Dio, ma tutto è ugualmente degno. Se noi entriamo nella categoria della dignità delle cose, l’inclusione diventa una delle parole chiave». Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Nosipho Jezile, ambasciatrice del Sud Africa in Italia e Sandra Sarti, presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia. Presente anche Aldo Cagnoli, coautore con padre Fortunato del libro L’enciclica dei bambini. L’evento inizia la mattina di venerdì con il tavolo della pace che sarà aperto dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Saranno presenti tra gli altri Graça Machel Mandela e i Nobel Dmitrji Muratov, Rigoberta Menchù e Muhammad Yunus. Sabato mattina i membri dei Tavoli, i keynote speakers e i delegati giunti a Roma saranno ricevuti in udienza dal Papa. I Premi Nobel, che consegneranno le prime riflessioni conclusive del tavolo della Pace, si recheranno poi al Quirinale per incontrare il presidente Sergio Mattarella. Durante il pomeriggio si svolgeranno nei diversi angoli della capitale i Tavoli tematici per approfondire il principio di fraternità in diversi ambiti. Il tavolo dei bambini con papa Francesco sarà presso l’aula nuova del Sinodo in Vaticano. Alle 21.30 si svolgerà l’evento artistico conclusivo presso il portico della Basilica di San Pietro.