Santa Elena Guerra e la venerabile Teresa Lanfranco - .
Vite donate per amore. Fino al martirio. Cruento, quello di Gaetano Clausellas Ballvé e di Antonio Tort Reixachs, uccisi in odio alla fede durante la Guerra civile spagnola. Incruento, quello delle religiose italiane Elena Guerra e Teresa Lanfranco, che seppero affrontare cristianamente sofferenze e prove. Comprese quelle causate dal comportamento di consorelle delle loro stesse congregazioni. Ebbene: quelle vite donate, come il seme che muore, continuano a portare frutto nella vita della Chiesa. Papa Francesco, ricevendo in udienza il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei santi, ha autorizzato la promulgazione dei decreti riguardanti il miracolo attribuito all’intercessione della beata Elena Guerra, fondatrice delle Oblate del Santo Spirito, nata il 23 giugno 1835 a Lucca e ivi morta l’11 aprile 1914; il martirio dei servi di Dio Gaetano Clausellas Ballvé, sacerdote diocesano nato il 5 agosto 1863 a Sabadell e ucciso il 15 agosto 1936, e di Antonio Tort Reixachs, laico e padre di famiglia, nato il 28 marzo 1895 nei pressi di Barcellona e ucciso nel dicembre 1936; le virtù eroiche della serva di Dio Teresa Lanfranco, delle Figlie di Santa Maria di Leuca, nata il 24 marzo 1920 a Gallipoli e morta l’8 giugno 1989 a Roma. Ora Elena Guerra potrà essere proclamata santa, Gaetano Clausellas Ballvé e Antonio Tort Reixachs beatificati, Teresa Lanfranco dichiarata venerabile.
Nella luce dello Spirito. Nata a Lucca da famiglia nobile, donna di grande intelligenza e cultura, Elena Guerra affronta molte prove – dalla malattia alle incomprensioni dei familiari e di parte della Chiesa locale – sulla via del compimento della sua vocazione. La sua attenzione all’educazione e alla vita cristiana delle giovani donne la porta a fondare nel 1882 la congregazione delle Suore di Santa Zita, che nel 1897 diventeranno Oblate dello Spirito Santo. Fra le sue alunne, la futura santa Gemma Galgani. I suoi ultimi anni sono resi amari dalle accuse di cattiva amministrazione da parte di alcune consorelle. Lei lascia l’incarico di superiora e accetta umiliazioni e dolori. A illuminare il suo cammino di vita, la profonda devozione allo Spirito Santo che vuole ravvivare nella Chiesa e che la porta in contatto con Leone XIII.
Vittime dell’odio. Viene dagli anni tragici della Guerra civile spagnola e della persecuzione anticristiana, la testimonianza di Gaetano Clausellas Ballvé e di Antonio Tort Reixachs. Il primo, sacerdote diocesano, cappellano di una struttura per anziani, viene sequestrato dai miliziani repubblicani il 14 agosto 1936 e fucilato alle spalle all’alba del giorno successivo. Il secondo, laico, padre di 11 figli, non solo è molto devoto all’Eucaristia e alla Madonna ma arriva a dare rifugio ad alcuni religiosi nella sua stessa casa. Qui subisce l’irruzione di uomini armati che saccheggiano l’abitazione, sfregiano le immagini sacre, lo torturano in un convento trasformato in prigione e lo fucilano nella notte tra il 3 e il 4 dicembre vicino al cimitero di Montcada.
Restare al “secondo posto”. All’anagrafe è Annunziata Addolorata Lanfranco. Da suora, prenderà il nome di Teresa, lei che è devota a Teresa di Lisieux. L’incontro che segna per sempre la sua vita? Avviene a 17 anni, lungo la riva del mare di Gallipoli (quanti incontri decisivi, nei Vangeli, lungo il mare...) con Elisa Martinez, fondatrice di un’esperienza di vita religiosa che poi prenderà il nome di Figlie di Santa Maria di Leuca. Dalla Puglia a Roma, Teresa è fedele collaboratrice della fondatrice – come maestra delle novizie, poi come vicaria – ma anzitutto è sua discepola e confidente. Preziosa la sua opera di mediazione e pacificazione, quando l’istituto conoscerà tempi di contestazione interna e di crisi. E quando la fondatrice lascia l’incarico di superiora generale per motivi di salute, lei, scelta al suo posto, preferisce restare vicaria al servizio della nuova eletta.