lunedì 24 marzo 2025
Ogni anno il 24 marzo la Giornata di chi ha testimoniato la fedeltà al Vangelo fino al dono della vita. Nel segno dell'arcivescovo Romero, oggi santo, ucciso in Salvador lo stesso giorno nel 1980
Una liturgia nel villaggio Wansokou in Benin

Una liturgia nel villaggio Wansokou in Benin - Archivio Fondazione Missio

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In tutte le diocesi italiane, ogni 24 marzo, viene celebrata la Giornata dei missionari martiri, durante la quale si ricordano coloro che hanno donato la vita al servizio del Vangelo e del prossimo. L’iniziativa nasce nel 1992 dall’intuizione del Movimento giovanile missionario delle Pontificie Opere Missionarie italiane, che era rimasto fortemente colpito dall’esempio dell’arcivescovo salvadoregno Oscar Arnulfo Romero, oggi santo. Il prelato venne assassinato il 24 marzo 1980 durante la celebrazione della Messa. La figura di Romero, proclamato santo nel 2018, ucciso perché denunciava le violenze della giunta militare al potere in El Salvador, affascina ancora oggi noi giovani. «Pensavano di mettere a tacere una voce scomoda – ha scritto don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio, nella riflessione di quest’anno – e invece lui è diventato simbolo duraturo di lotta per ideali più grandi di giustizia e solidarietà con i più poveri, ispirando molte altre persone, gruppi e movimenti nell’impegno per la giustizia e la libertà». In quest’occasione Missio Giovani vuole ricordare da una parte i missionari caduti nel loro impegno a servizio delle comunità, e dall’altra guardare alle loro storie come esempio di vita vissuta alla luce del Vangelo. Quello che rende la testimonianza vera e valida ai nostri occhi, agli occhi dei giovani, in effetti, è la piena e assoluta credibilità delle loro azioni. Si tratta di una fede vissuta non solo a parole, ma con la vita concreta. Per questo le storie dei testimoni sono di ispirazione per chi come noi è alla ricerca di verità e coerenza, e di un modello che possa far riflettere sulle nostre scelte per il futuro. Conoscendo le storie di questi uomini e donne, quello che ci colpisce profondamente è riconoscere lo Spirito Santo in azione. In particolare, nelle vite di quanti si dedicano agli “ultimi” in missione.

Il tema della Giornata dei missionari martiri quest’anno è “Andate e invitate”, in riferimento alla parabola evangelica di Matteo che richiama ciascuno a riscoprire la propria vocazione battesimale come discepolo-missionario nella propria realtà quotidiana. In particolare, la sottolineatura dei due verbi “andate” e “invitate” ci ricorda che «la missione è un andare instancabile verso tutta l’umanità per invitarla all’incontro e alla comunione con Dio. Instancabile!» (dal Messaggio di papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale 2024). Don Giuseppe Pizzoli sottolinea ancora che «mantenere viva la Speranza è il principio vitale che sorregge la missione dei discepoli, anche nei momenti più bui e nelle situazioni di più aspre avversità, temprando il loro carattere e rendendo efficace la loro testimonianza». Il martire, «mosso dalla speranza, non si limita a subire la morte, ma la trasforma in una testimonianza potente», dice don Pizzoli. Il martirio perciò non è un fine in sé, o una fine, ma un mezzo attraverso il quale la speranza si rafforza e si manifesta.

Anno dopo anno questa Giornata è sempre più vissuta e sentita dai giovani e dalle comunità come un’occasione per ricordare i missionari uccisi o morti durante il loro apostolato e per rinnovare l’impegno di ciascuno nel rendere il Vangelo vita concreta e quotidiana. E questo, non fuori dal mondo, ma dentro il mondo: sul posto di lavoro, nella scuola, nelle università, durante le attività extra, con gli amici e i familiari. Insomma all’interno della nostra società. Sono molteplici le iniziative che i giovani propongono durante la Giornata, prendendo spunto anche dal materiale fornito ogni anno da Missio Giovani (vedi box). I momenti di preghiera si alternano alle veglie, alle riflessioni e alle testimonianze dal campo. Ma anche ad occasioni di confronto attraverso il cineforum o il teatro. Con creatività i giovani si fanno loro stessi missionari nella realtà locali: nella diocesi di Chiavari, ad esempio, si trovano per le strade della città, animando una serata di spiritualità e testimonianza. Si esce dalle chiese per incontrare le persone!

Segretaria nazionale di Missio Giovani

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