Don Silvio Anelli, il sacerdote piacentino che ha compiuto 100 anni lo scorso 27 dicembre - .
Il sacerdote piacentino per 48 anni ha guidato la parrocchia di Verdeto. «Qui acquistò una casa anche l’esponente nazionale del Pci» Prete da 77 anni «ho lavorato con ben sette vescovi in buona sintonia» Piacenza «Se la salute è discreta e riesco ad essere autosufficiente, anche se mi muovo con un po’ di fatica, devo dire grazie ai miei parrocchiani: ho camminato molto nella mia vita, andavo a trovare tutti per la benedizione delle case, anche quelli che abitavano nei luoghi più sperduti. Questo mi ha giovato». Don Silvio Anelli ha tagliato il 27 dicembre scorso il traguardo dei cento anni, 48 dei quali trascorsi come parroco di Verdeto, frazione di Agazzano, sulle colline piacentine della Val Luretta.
«Pensare che per un brutto incidente stradale sono finito in coma per giorni. Nessuno si aspettava che guarissi, invece – sorride raccontando l’episodio – eccomi ancora qua...». Tra l’altro, proprio alla Val Luretta è legato l’altro sacerdote centenario della diocesi di Piacenza- Bobbio, monsignor Olimpio Bongiorni, tuttora parroco a Piozzano. Ordinato il 29 giugno 1944, don Anelli è stato prima curato ad Alseno, quindi insegnante di lettere al Seminario vescovile di Bedonia, fino a che, nel 1951, gli viene affidata una comunità di montagna, Montemartino di Pecorara, in alta Val Tidone, realizzando così il suo sogno: «diventare parroco». Nel 1961 arriva la nomina a Verdeto. «La situazione era pessima: la chiesa piena di muffa, i fabbricati cadenti – ricorda intervistato dal settimanale diocesano Il Nuovo Giornale –. C’era anche un’azienda agricola con la casa del fittabile di proprietà della parrocchia: ho sistemato pure quella, con una stalla moderna e tutto ciò che serviva per il benessere degli animali».
Si fa inoltre promotore della costruzione della nuova canonica, che mette sotto la protezione della Beata Vergine del Suffragio. In 77 anni di sacerdozio, non si contano gli incontri e gli aneddoti. «Ci potrei scrivere dei libri» scherza il sacerdote piacentino. Dovendo scegliere, il più inconsueto - ma pure discusso - è senz’altro quello con l’onorevole Armando Cossutta (esponente nazionale del Partito Comunista, poi spostatosi in Rifondazione Comunista e considerato dell’ala filosovietica). «Aveva acquistato una proprietà a Verdeto e veniva spesso in paese. Ho potuto ottenere i finanziamenti per i lavori di restauro della chiesa parrocchiale e il risanamento degli affreschi. In diversi mi accusavano di essere amico di un esponente storico del Partito comunista italiano, ma monsignor Luciano Monari, che a quel tempo era vescovo a Piacenza, mi ha sempre appoggiato. E pure con gli altri vescovi - ne ho conosciuti ben sette - ho avuto buona sintonia».
L’ultimo, Adriano Cevolotto, è andato a visitarlo nell’appartamento a Piacenza, dove si è ritirato nel 2009. Verdeto continua però ad essere nel suo cuore. Oggi la parrocchia vive una nuova stagione, grazie al “gemellaggio” con la comunità cittadina dei Santi Angeli Custodi, che con don Pietro Cesena e un gruppo di volontari negli anni ha ristrutturato la pieve romanica e gli edifici rurali che la circondano, facendone un luogo di spiritualità ed accoglienza per giovani e famiglie. Don Silvio non guarda più la tv. La sua lente sul mondo è la lettura dei giornali. Ma non ha dubbi. «Anche oggi la gente ha bisogno della Chiesa, della sua testimonianza di vicinanza agli ultimi. Papa Francesco è una persona semplice, si mette alla pari con i più umili: penso che questa sia la strada giusta».