Don Luigi Giussani - Fraternità di Comunione e liberazione
Si aprirà tra pochi giorni una nuova fase del processo diocesano per la beatificazione e la canonizzazione di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione, quella testimoniale. A tenere la prima sessione pubblica, giovedì 9 maggio alle 17 nella basilica milanese di Sant’Ambrogio sarà l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Lo fa sapere la diocesi ambrosiana in un comunicato pubblicato nel sito chiesadimilano.it.
Si tratta di una tappa fondamentale della causa di beatificazione, introdotta nel 2012. Nel febbraio di quell'anno, infatti, la Fraternità di Comunione e Liberazione chiese che si desse inizio al processo (o inchiesta diocesana) in vista della beatificazione e canonizzazione del suo fondatore, monsignor Luigi Giussani, nato a Desio il 15 ottobre 1922 e morto a Milano il 22 febbraio 2005.
«Tutto il movimento di Comunione e Liberazione accoglie con grandissima gioia questa notizia tanto desiderata - commenta Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e liberazione -. Si tratta di un passaggio fondamentale del processo di beatificazione del nostro caro don Giussani. Siamo profondamente grati all’arcivescovo Delpini, a monsignor Apeciti, alla postulatrice prof.ssa Chiara Minelli e a tutte le persone coinvolte nella causa per aver reso possibile questa felicissima decisione. E siamo naturalmente molto grati anche a Papa Francesco, per l’attenzione e la stima che ha più volte espresso, anche pubblicamente, per la figura di don Giussani e per il cammino che il movimento sta facendo in questo periodo. Accompagneremo con affettuosa e viva partecipazione il momento di preghiera nella Basilica di Sant’Ambrogio che segnerà l’inizio di questa nuova fase, riponendo nelle mani della Chiesa l’incontenibile desiderio che portiamo nel cuore di poter vedere presto don Giussani annoverato tra i beati e i santi del Signore. Il compito che ci diamo fin da ora è di intensificare le nostre preghiere per il bene della causa, per coloro che sono e saranno coinvolti in questa fase del processo e nel chiedere con ancor maggior vigore nelle nostre intenzioni l’intercessione del Servo di Dio Luigi Giussani».
Nel 2012 fu l’allora arcivescovo di Milano, il Cardinale Angelo Scola, ad avviare la prima fase del processo, la cosiddetta Fase documentale. Come ricorda il comunicato della diocesi, vennero incaricati due teologi, ai quali spettava il compito di «leggere gli scritti editi e di stendere una Dichiarazione che attestasse l’assenza di errori riguardo alla fede e alla morale e che illustrasse il pensiero teologico e la spiritualità del Servo di Dio, come da allora doveva essere chiamato monsignor Giussani».
Fu messa al lavoro anche una Commissione storica, incaricata di raccogliere tutta la documentazione riguardante la vita di don Giussani, per dare un fondamento un fondamento documentale «la pertinenza e la convenienza della beatificazione del servo di Dio, quale modello convincente di vita cristiana e, in questo caso, sacerdotale».
Essendo a buon punto la fase documentale si aprirà ora, quindi, la fase testimoniale. «Essa – spiega monsignor Ennio Apeciti, responsabile del Servizio diocesano per le cause dei santi – ha un volto per certi versi più “processuale”. La Commissione (o Tribunale) nominata dall’arcivescovo interrogherà alcune decine di persone, che con la loro conoscenza del Servo di Dio ne illustrino la vita, il pensiero, la spiritualità, la fama di santità ed esprimano il loro pensiero sull’opportunità della beatificazione e canonizzazione. Il fine di questa seconda fase è quello da una parte di confrontare quanto conosciuto attraverso i documenti raccolti nella Fase documentale; dall’altra di ascoltare la voce del Popolo di Dio, o almeno di una sua rappresentanza significativa».
Al termine di questa seconda fase del processo diocesano, tutta la documentazione raccolta verrà inviata al Dicastero delle cause dei santi in Vaticano, al quale spetterà verificare l'intero lavoro svolto dalla diocesi e procedere con i passi successivi.
A quel punto, poi, «l’esame attento di un miracolo concesso da Dio per intercessione del Servo di Dio – continua Apeciti –, permetterà al Pontefice di dichiarare beato monsignor Luigi Giussani e un altro miracolo, successivo alla beatificazione, di proclamarlo santo per la Chiesa».
La scelta della data del 9 maggio e del luogo, la basilica di Sant’Ambrogio, per lo svolgimento della Prima Sessione pubblica della Fase testimoniale, spiega ancora il comunicato, è stata fatta dall’arcivescovo per motivi legati alla figura stessa di don Giussani: «La solennità dell’Ascensione, che ricorre appunto il 9 maggio – spiega ancora Apeciti – era particolarmente cara al sacerdote e la basilica Santambrosiana è sembrata la più adatta a esprimere il legame di un sacerdote ambrosiano con il suo “massimo patrono”. Infine, la vicinanza della Basilica all’Università Cattolica del Sacro Cuore vuole fare memoria del luogo nel quale per molti anni il Servo di Dio formò generazioni di giovani, comunicando loro il suo appassionato amore per la Chiesa».