mercoledì 19 ottobre 2022
L'omaggio al sacerdote fiorentino che fu maestro di una generazione di sacerdoti della diocesi toscana. Un libro e alcune iniziative ne ricostruiscono il contributo alla Chiesa
Don Gino Bonanni

Don Gino Bonanni - Dalla copertina del libro che lo ricorda

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Un libro e quattro incontri itineranti per ricordare monsignor Gino Bonanni nei luoghi della sua vita e del suo impegno pastorale. Il sacerdote fiorentino, nato a Vicchio del Mugello nel 1913 e morto nel capoluogo toscano nel 1995, è stato uno dei protagonisti di quella stagione di fermenti innovatori che emersero dal mondo cattolico nella seconda metà del secolo scorso. L’Associazione degli archivi di cristiani nella Toscana del Novecento (Arcton), presieduta da Piero Meucci, indica Bonanni alla riflessione pubblica con una serie di incontri dal titolo “Gino Bonanni, spirito libero in un territorio inquieto e fecondo” in programma a Vicchio (domani alle 17.30 presso la Biblioteca comunale), a Montespertoli (giovedì 17 novembre alle 17.30 nella sala parrocchiale - Teatro sotto le mura), a Borgo San Lorenzo (sabato 26 novembre alle 17 nella Biblioteca comunale) e a Firenze (martedì 6 dicembre alle 18 alla Fondazione Stensen). Tra i relatori, ogni volta diversi, figurano saggisti, storici del cristianesimo ed ex allievi.

Bonanni è stato appunto vicario a San Giovanni Maggiore nel Mugello, poi a Montespertoli con l’impegnativo compito affidatogli dal cardinale Elia Dalla Costa di ricostruire la chiesa distrutta dalla guerra, poi pievano a Borgo San Lorenzo, quindi rettore del Seminario di Firenze e infine parroco della Badia Fiorentina svolgendo negli ultimi anni della sua vita, in un sostanziale nascondimento, un ruolo di guida spirituale per molti.

Al vertice del Seminario, nel 1958, Bonanni successe a monsignor Enrico Bartoletti (nominato vescovo ausiliare di Lucca) divenendo a sua volta punto di riferimento per un’intera generazione di preti. Ma fu rimosso dopo appena sei anni, nel 1964, dal nuovo arcivescovo Ermenegildo Florit, per le sue idee innovative circa la formazione dei seminaristi.

Un fatto che creò scompiglio e spinse don Bruno Borghi e don Lorenzo Milani a scrivere la “Lettera ai sacerdoti della diocesi fiorentina” in cui chiedevano ai confratelli non tanto di prendere apertamente le difese di Bonanni, quanto di considerare la sua rimozione come esempio senza dubbio di maggiore impatto sul clero, per aprire un problema più generale, quello del dialogo all’interno della Chiesa.

Per questo Arcton, dopo la mostra dedicata a don Renzo Rossi, che si è svolta nel marzo scorso a Firenze alla Santissima Annunziata, ha deciso di dare vita a un progetto per riportare all’attenzione la testimonianza e l’opera di monsignor Bonanni con l’intento anche di contribuire al grande impegno di riflessione e ricostruzione storica previsto per l’anniversario dei cento anni dalla nascita di don Lorenzo Milani il prossimo anno.

A supporto dei quattro incontri è in corso di stampa, con il sostegno anche dell’arcidiocesi di Firenze, un volume di Andrea Fagioli dal titolo Don Gino Bonanni. Educatore e maestro di spiritualità, testimone dei valori autentici della fede, che va ad aggiungersi, nella stessa collana di Sarnus-Polistampa «Religione e religiosi in Toscana», ad altri due sempre a firma dello stesso autore dedicati a don Ajmo Petracchi e a don Renzo Rossi.

Tutti e tre i volumi sono stati realizzati attingendo agli archivi personali (conservati da Arcton) dei tre sacerdoti allo scopo di contribuire alla riscoperta di quelle figure meno note, ma non per questo meno importanti, che hanno contributo alla grande stagione del cattolicesimo fiorentino e toscano negli anni di Dalla Costa, La Pira e Facibeni.

Don Gino Bonanni

Don Gino Bonanni - La copertina del libro




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