Don Enrico Pozzoli - Vatican Media
Che papa Francesco sia intimamente forgiato dalla spiritualità ignaziana non è un mistero per nessuno (il libro-intervista che ne raccontava la biografia, pubblicato quando era cardinale, si intitolava originariamente, e in maniera eloquente, El jesuita). Ma la “pianta” gesuitica della personalità e della spiritualità di Bergoglio è cresciuta – se così si può dire – su un germe salesiano: è stato un figlio di don Bosco, la figura che più ha contrassegnato l’educazione cristiana del piccolo e adolescente Jorge Mario. E non solo di lui, ma di quell'intera famiglia di migranti astigiani che erano arrivati a Buenos Aires.
Di questo presbitero così decisivo per il futuro Pontefice parla un recente testo di Ferruccio Pallavera, giornalista e storico, per molti anni direttore de Il Cittadino di Lodi, che sotto l’audace titolo Ho fatto cristiano il Papa (Libreria editrice vaticana, pagine 222, 12 euro) tratteggia i dati biografici essenziali di questo salesiano, don Enrico Pozzoli, lodigiano, attivo per 58 anni in Argentina (vi arrivò appena ordinato prete nel 1904). Il servizio pastorale ai tantissimi italiani arrivati a Buenos Aires fu uno degli impegni pastorali che più occuparono don Pozzoli, il quale in questa veste conobbe i coniugi Bergoglio (fu lui a sposarli), si prese in carico della formazione cristiana dei loro figli (battezzò il piccolo Jorge Mario) e fu il confessore dei membri della famiglia per diversi anni. Anche accompagnando l’adolescente Jorge Mario nel cammino di discernimento della sua vocazione religiosa, assecondandone il desiderio di diventare gesuita (senza tentare approcci “proselitistici” a favore della propria Congregazione religiosa).
La copertina del libro - .
«Era un uomo dotato di grande buon senso, che metteva in luce nei tanti consigli che dispensava alla gente. Per questo era molto apprezzato da tutti» ha detto di lui papa Francesco a Pallavera, in un incontro privato a Santa Marta, confluito nel libro. «A lui ricorrevano tutti coloro che vivevano un problema particolare, nella certezza che avrebbe fatto di tutto per fornire un aiuto. Ci si rivolgeva a padre Pozzoli anche quando si aveva bisogno di un consiglio. Trascorreva ore e ore in confessionale. Era veramente un grande confessore».
Il testo di Pallavera viene presentato in questi giorni in alcuni eventi: dopo la “prima” di ieri sera ad Asti, la diocesi di provenienza dei Bergoglio, alla presenza del vescovo Marco Prastaro, domani alle 18.30 all’Università Urbaniana di Roma ne parleranno il cardinale Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, Lorenzo Guerini, ministro della Difesa e per molti anni sindaco di Lodi, don Ángel Fernández Artime, rettore maggiore dei salesiani. Domenica, invece, a Senna Lodigiana, paese natale di don Pozzoli, il Comune gli intitolerà la piazza principale; parteciperà il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali. Infine, mercoledì 17 novembre a Lodi il vescovo Maurizio Malvestiti e il direttore de L’Osservatore Romano Andrea Monda tratteggeranno il profilo umano e spirituale di don Pozzoli.