L'incontro dei vescovi delle Aree Interne - Foto P.C.
Un bel po’ di grossi problemi, alcuni vecchi, altri decisamente nuovi. Che però potrebbero diventare altrettante opportunità. Un anno dopo, gli oltre 30 vescovi delle “Aree interne”, arrivati da dodici Regioni, si ritrovano e confrontano a Benevento (oggi e domani).
Punto di partenza: “La metropolizzazione progressiva della popolazione italiana sta causando la lenta morte d’interi territori, con grave danno per tutto il Paese”, spiega monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, aprendo i lavori.
Questione numero uno: “Lo abbiamo imparato con la pandemia, per difendersi basta la paura, per costruire ci vuole la speranza”, spiega monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei. E “l’uomo è la sua comunità” - continua -, come pure il “suo contesto ambientale”.
Un contesto che cambia veloce: sempre più gente, specie giovane, via da paesi e borghi, sempre più ammassata nei grandi centri. Con chi resta spesso anziano, spesso con problemi infrastrutturali (strade difficili, pochi servizi e magari lontani), sempre più ‘invogliato’ ad andarsene, se non quasi costretto.
L'incontro dei vescovi delle Aree Interne - Foto P.C.
Di nuovo, monsignor Accrocca: “Le aree interne, prima che di sostegni economici, hanno bisogno di una seria progettualità a medio e lungo termine, cioè d’intelligenza politica”.Le diocesi “interne” hanno situazioni assai diverse e magari opposte: “Noi abbiamo città, pianura e montagna. Così, all’interno, per noi l’inverno è segnato da una pastorale di sussistenza, l’estate da una pastorale turistica”, racconta monsignor Adriano Cevolotto, vescovo di Piacenza-Bobbio.
Altro? “Il prete non può fare quel che faceva una volta il parroco in un paesello, basta pensare alla visita alle famiglie”, visto che di questi tempi i sacerdoti nelle “Aree interne” spesso e volentieri devono seguire le chiese in sei, sette, otto paesi.
Ai vescovi della "aree interne" è giunta il messaggio di papa Francesco: "Di fronte alle difficoltà dei territori in cui vivete, siete chiamati ad aiutare i sacerdoti, i consacrati e i fedeli laici che più da vicino condividono la vostra missione ad essere lievito nella pasta del mondo. Tutti insieme, in unità e senza campanilismi, non stancatevi di porre gesti di attenzione alla vita umana, alla salvaguardia del creato, alla dignità del lavoro, ai problemi delle famiglie, alla situazione degli anziani e di quanti sono ai margini della società".
"Così - sottolinea il Pontefice - sarete immagine dinamica e bella di una Chiesa che vive accanto alle persone, con una predilezione per i più deboli, che è al servizio del popolo santo di Dio perché si edifichi nell'unità della fede della speranza e della carità. Cari Fratelli nell'Episcopato, auspico che il vostro incontro - possa essere una fruttuosa esperienza fraterna e ritorni a beneficio dei fedeli affidati alle vostre cure pastorali".
"Il vostro ritrovarvi per condividere proposte e progetti in vista di una fruttuosa pastorale nei territori delle vostre diocesi - scrive ancora papa Francesco - è segno di un impegno a crescere nel servizio alla comunione. Desidero esprimere apprezzamento per questo cammino di confronto e di amicizia, che richiede di essere percorso con la mente e il cuore aperti, per testimoniare una Chiesa inclusiva e senza barriere nella quale ognuno possa sentirsi accolto".