giovedì 27 gennaio 2022
Il segretario generale della Cei ha illustrato i lavori del parlamentino dei vescovi. Nuovo appello per l'unità del Paese. Attenzione ai giovani e agli adolescenti nella pandemia. No all'eutanasia
Monsignor Stefano Russo

Monsignor Stefano Russo - Siciliani

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Con un occhio alle vicende del Paese, elezione del presidente della Repubblica in primis, e alla situazione internazionale (la minaccia alla pace, specie in Ucraina) e l'altro alle questioni ecclesiali, a partire dal Cammino sinodale in atto, senza dimenticare la protezione dei minori da eventuali abusi, il Consiglio permanente della Cei ha concluso la propria sessione invernale. E a fare il punto della situazione è stato il segretario generale dei vescovi, monsignor Stefano Russo, incontrando i giornalisti per presentare il comunicato finale dei lavori, in cui si dà conto anche di alcune nomine, come quella del nuovo Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, affidato alla presidenza di Luigi Renna, da poco nominato arcivescovo di Catania.

L'auspicio per il Colle. A chi gli chiedeva se i vescovi avessero disegnare un identikit ideale per il prossimo inquilino del Quirinale, il vescovo ha risposto confermando l'auspicio già espressione in apertura del Consiglio dal cardinale presidente Gualttiero Bassetti. «Non mi soffermo su nomi particolari, non mi sembra il caso di farlo - ha sottolineato -. Quello che va messo in evidenza è che chiunque dovesse essere scelto come presidente della Repubblica, possa contribuire, evidentemente a prescindere dalla provenienza, all'unità del Paese così come ha fatto Sergio Mattarella».

La protezione dei minori. Russo non ha eluso neanche la domanda su un'eventuale inchiesta della Chiesa italiana in merito agli abusi sui minori, come quelle condotte da altri episcopati italiani. «Non è escluso che i vescovi possano anche decidere di realizzare un'indagine, vedremo nel caso e come questa si andrà a realizzare». Tuttavia, ha fatto notare il segretario generale della Cei, ogni nazione è diversa. In Italia si sta «facendo un lavoro molto serio per la costituzione di una rete: non ci interessa tanto la quantità, ma la qualità, e al primo posto c’è l’attenzione alle vittime». Oltre tutto, sul territorio italiano, ha ricordato, «ci sono 227 diocesi e oltre 27.500 parrocchie: se faremo un’indagine, la faremo in modo attento al fatto che sia significativa rispetto ai risultati». In altri termini, l’impegno della Cei, ha detto Russo facendo riferimento al Servizio nazionale dedicato, è quello di «rafforzare l’azione di tutela delle vittime. Nella quasi totalità delle diocesi ci sono centri di ascolto, oltre ai referenti diocesani e a quelli regionali. Vogliamo stare accanto a tutte le vittime».

Il cammino sinodale. Il vescovo si è soffermato anche sullo stato di avanzamento dei lavori. E citando il testo del comunicato finale dei lavori ha ricordato che la fase dell'ascolto, attualmente in corso, «è essenziale per comprendere la realtà e per disegnare percorsi di riflessione, accompagnamento e azione». Russo ha parlato anche di entusiasmo nella risposta delle comunità ecclesiali sul territorio e ha insistito sulla necessità di coinvolgere quante più persone possibili, con un’attenzione particolare ai giovani, così come del resto sottolineato lunedì 24 gennaio dal cardinale Bassetti. «Soprattutto nell’ambito del Cammino sinodale - riferisce il comunicato dei lavori - i vescovi hanno riconosciuto che moltissimi ragazzi, proprio nelle difficoltà provocate dalla pandemia, hanno ritrovato nella preghiera una fonte di coraggio e di forza, mentre altri portano addosso le ferite di un tempo inedito. La Chiesa che è in Italia – è stato sottolineato – è chiamata a prendersene cura, pur nella varietà delle situazioni, a incontrali e ad ascoltarli». E infatti, ha commentato monsignor Russo, si guarda con molto interesse all'incontro degli adolescenti con il Papa, in programma il lunedì di Pasquetta.

Membri del Gruppo di coordinamento nazionale del Cammino sinodale sono: mons. Erio Castellucci, arcivescovo abate di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, vicepresidente Cei e referente per l’Italia del Sinodo dei Vescovi; mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara; mons. Paolo Martinelli, vescovo ausiliare di Milano; mons. Valentino Bulgarelli, sottosegretario Cei, direttore dell’Ufficio Catechistico nazionale e responsabile del Servizio Nazionale per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose; Segretario del Cammino; Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della Cei;
responsabile della comunicazione; Gioele Anni; Lucia Capuzzi; padre Giacomo Costa; Giuseppina De Simone; Chiara Griffini; suor Nicla Spezzati; Pierpaolo Triani; Paolo Verderame.

Grande attesa c'è anche per l'incontro di Firenze, che riunirà vescovi e sindaci del Mediterraneo e che vedrà anche la presenza del Papa il prossimo 27 febbraio. Il punto sulla preparazione, che è a buon punto sarà fatto in una prossima conferenza stampa.

Infine il vescovo ha accennato ai preti no vax. C'è «preoccupazione» ma «ribadiamo l’importanza morale di vaccinarsi, che significa volere il bene di sé stessi e degli altri, della comunità”. L’intenzione della Chiesa italiana, ha spiegato Russo, «è di farsi prossimi a queste situazioni, e laddove persistano di fare tutto il possibile per mettere in sicurezza le persone che prendono parte alla vita della Chiesa».

In merito al referendum sull'omicidio del consenziente, il segretario generale della Cei ha riferito della grande risonanza che ha avuto l’appello del card. Bassetti «a scongiurare la liberalizzazione dell’eutanasia, facendo leva su situazioni che richiederebbero ben altro tipo di risposte». La strada è invece quella «dell’accompagnamento e l’aiuto, per ritrovare ragioni di vita».

QUI IL TESTO DEL COMUNICATO FINALE CON LE NOMINE




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