Pietro di Cristoforo Vannucci "Il Perugino": Lo sposalizio della Vergine - Foto archivio
Uomo del sogno, sposo della Vergine, custode del Redentore, uomo giusto per eccellenza. Sono tante le qualità che spingono a indicare san Giuseppe come modello da imitare. E dire che nei Vangeli non parla mai, si limita, se possiamo chiamarlo limite, a educare e insegnare nel silenzio, che in lui si trasforma in luogo dell'ascolto. Nella Chiesa, ovviamente, la devozione verso san Giuseppe è grandissima. E un contributo a farla ulteriormente crescere è stato l'anno che dall'8 dicembre 2020 all'8 dicembre 2021, il Papa ha voluto dedicargli per celebrare il 150° anniversario della proclamazione dello sposo di Maria a patrono della Chiesa universale. È stato un itinerario spirituale che ha permesso di approfondire la figura del “falegname di Nazareth”, così da farcelo sentire più vicino. Con i dubbi che devono averlo percorso e le sue angosce superate con la forza che deriva dalla fiducia assoluta nelle promesse del Signore, Giuseppe rappresenta un esempio cui guardare e insieme un “amico" cui rivolgersi, un confidente in grado di guidarci, lui che è stato un educatore, all’immagine più vera della paternità di Dio. Caratteristiche che tornano nelle preghiere che da sempre gli vengono rivolte. Sono infatti moltissime le invocazioni che lo riguardano, in cui risuonano le sue innumerevoli virtù. San Giuseppe è dunque maestro del silenzio e dell’ascolto, giusto e saggio, uomo dei sogni, pellegrino di Dio, custode del Redentore, esempio di paternità, protettore degli agonizzanti, per citare alcune delle immagini che lo accompagnano.
Pio IX e il consolatore
Pio IX - Foto archivio
Il beato Pio IX (il Pontefice cui si deve il decreto “Quemadmodum Deus” che dichiarò san Giuseppe patrono della Chiesa) ad esempio si rivolse a lui con moltissime immagini. Qui confida nelle sue doti di consolatore:
Ricordati, o purissimo sposo di Maria Vergine, o caro mio protettore san Giuseppe, che mai si udì aver alcuno invocato la tua protezione e chiesto il tuo aiuto senza essere stato consolato. Con questa fiducia, io vengo a te e a te fervorosamente mi raccomando. Non disprezzare le mie preghiere, o padre davidico del Redentore, ma ricevile pietosamente ed esaudiscile. Amen
Potettore dei lavoratori
Lucio Massari: La Santa Famiglia fa il bucato - Foto da archivio
Tantissime le invocazioni a san Giuseppe che riguardano il problema del lavoro da valorizzare e, se manca, da trovare. Questa è tra le più note:
San Giuseppe, modello e patrono dei lavoratori, ci rivolgiamo a te con fiducia.
Aiutaci a trovare nel lavoro non solo il nostro sostentamento quotidiano,
ma anche una fonte di merito per la vita eterna.
Tu, che vivendo accanto a Gesù, Figlio di Dio, e a Maria, sua Madre,
avesti la fortuna di condividere
le loro sublimi intenzioni,
concedi a noi di stimare il lavoro,
e di amarlo come voi l’avete amato.
Fa’ che operiamo con spirito di penitenza,
con diligenza e pace,
consapevoli di fare la volontà di Dio,
mentre egli ci chiama a continuare
e perfezionare l’opera della sua creazione.
Così la nostra vita
sarà come una giornata di fatica e di semina,
in attesa del riposo e del raccolto nell’eternità. Amen.
Wojtyla: custode del Redentore
Statua di san Giuseppe nella Concattedrale di Palmi - Da internet
Come noto san Giovanni Paolo II ha dedicato a san Giuseppe un’Esortazione apostolica, la “Redemptoris custos”, cioè “Custode del Redentore” dedicato alla sua figura e la sua missione nella vita di Cristo e della Chiesa. Questa è appunto una preghiera di papa Wojtyla.
O caro san Giuseppe, amico e protettore di tutti, custode di Gesù e di tutti quelli che invocano il tuo aiuto. Tu sei grande perché ottieni da Dio tutto quello che gli uomini ti chiedono.
Ti prego di accogliere la mia preghiera: veglia e custodisci tutte le famiglie perché vivano l’armonia, l’unità, la fede, l’amore che regnava nella Famiglia di Nazareth. Guarda con tenerezza particolare le famiglie dei disoccupati, dona a tutti un lavoro, affinché con la loro opera creino un mondo migliore e diano lode a Dio Creatore.
Ti affido la Chiesa, in particolare il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, e tutti i Missionari perché si sentano sostenuti dalla tua paternità. Chi li può amare più di te, o caro San Giuseppe?
Proteggi tutte le persone consacrate perché trovino nella tua obbedienza e adesione alla volontà di Dio, l’esempio per vivere nel silenzio, nell’umiltà e nella missionarietà la vita di unione con Dio che le rende felici nel compimento della divina volontà.
La gioia di sentirsi di Dio è così grande che non ha paragoni; solo in Dio si trova tutta la felicità. San Giuseppe esaudisci la mia preghiera!
Amen.
Paolo VI: patrono della Chiesa
Guido Reni: San Giuseppe con Bambino - Da Internet
Su san Giuseppe patrono della Chiesa, l’invocazione di san Paolo VI, che fu molto devoto alla figura dello sposo di Maria:
O san Giuseppe, patrono della Chiesa,
tu che accanto al Verbo incarnato
lavorasti ogni giorno per guadagnare
il pane, traendo da Lui la forza di vivere e faticare.
Tu che hai provato l’ansia del domani,
l’amarezza della povertà, la precarietà del lavoro.
Tu che irradi oggi l’esempio
della tua figura, umile davanti agli uomini,
ma grandissima davanti a Dio;
guarda alla immensa famiglia che ti è affidata.
Benedici la Chiesa,
sospingendola sempre più sulle vie
della fedeltà evangelica;
proteggi i lavoratori
nella loro dura esistenza quotidiana,
difendendoli dallo scoraggiamento,
dalla rivolta negatrice,
come dalle tentazioni dell’edonismo;
prega per i poveri, che continuano
in terra la povertà di Cristo,
suscitando per essi le continue
provvidenze dei loro fratelli più dotati;
e custodisci la pace nel mondo,
quella pace che sola può garantire
lo sviluppo dei popoli
e il pieno compimento delle umane speranze:
per il bene dell’umanità, per la missione della Chiesa,
per la gloria della Trinità Santissima. Amen.
La preghiera quotidiana di papa Francesco
Papa Francesco è molto devoto a san Giuseppe - Foto da archivio
Anche papa Francesco, come noto, è legatissimo a san Giuseppe cui spesso affida i casi più complicati, mettendo dei foglietti sotto una statuina che lo ritrae dormiente. Nella Lettera apostolica “Patris Corde” in cui indice l’Anno dedicato allo sposo di Maria, rivela di ripetere ogni giorno da quarant’anni questa preghiera:
Glorioso patriarca san Giuseppe, il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili, vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà. Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido, affinché abbiano una felice soluzione. Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te. Che non si dica che ti abbia invocato invano, e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere. Amen.
Lubich: ti ho pregato poco
La preghiera a san Giuseppe può partire anche dalla consapevolezza di avergli dedicato poco spazio nella propria vita. È il caso di Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari:
O san Giuseppe! Ti ho pregato forse troppo poco... Te ne chiedo perdono.
Ho parlato di te, ma non ho parlato con te, che pure tante cose ci hai detto con il tuo silenzio, con la tua prontezza ad eseguire i voleri di Dio, con quel tuo lavoro quotidiano che insegna a tutti gli uomini, e specie ai poveri del mondo, ad elevare il loro.
Tu sei il protettore della Chiesa e papa Giovanni t’ha dato in essa un posto privilegiato.
Noi vogliamo avere una profonda devozione per te: perché hai protetto Maria e Gesù, perché sei un modello di tutte le virtù.
San Giuseppe, raccomandiamo a te l’unità della Chiesa, gli Ordini e i movimenti religiosi, le famiglie; custodisci i giovanetti e i bambini, perché non siano trascinati dalla cattiveria del mondo, ma camminino custoditi anche da te nei piani di Dio.
Il grazie di santa Teresa d'Avila
Santa Teresa d'Avila - Foto archivio
Come si capisce, sono tanti i motivi per rivolgersi e san Giuseppe e i modi, le parole con cui farlo. A partire dalla consapevolezza che il padre putativo di Gesù è un grande intercessore presso Dio. Scrive santa Teresa d’Avila:
«Io non mi ricordo, scrive la Santa, di aver sino ad oggi domandato una grazia a san Giuseppe, che non me l’abbia accordata. Che bel quadro io metterei sotto gli occhi, se mi fosse dato di esporre le grazie segnalate, colle quali sono stata ricolma da Dio, e i pericoli di anima e di corpo, da cui sono stata liberata, mediante l’intercessione di questo grande santo! Agli altri santi Dio concede soltanto la grazia di soccorrerci in questo e tal altro bisogno, ma il glorioso san Giuseppe, ed io so per esperienza stende il suo potere a tutto. Ed hanno ciò sperimentato al pari di me altre persone, alle quali io avevo consigliato di raccomandarsi a questo incomparabile protettore ... Se io avessi autorità di scrivere, proverei un santo piacere nel raccontare particolarmente le grazie di cui tante persone sono, come me, debitrici a questo grande santo. Mi contento però di scongiurare per amor di Dio, quelli che forse non mi crederanno, a farne la prova e vedranno per esperienza quanto vantaggio ne venga dal raccomandarsi a questo glorioso patriarca, ed onorarlo con speciale culto».